Partiamo con il ricordare che il sistema dell’arte racchiude al suo interno alcuni protagonisti fondamentali e cruciali, le gallerie sono i protagonisti del mercato, scopriamo cosa sono e come operano.
Il mondo dell’arte, il sistema, il suo mercato, riguarda una triade indissolubile: artista, gallerista e collezionista.
Questa triade determina l’andamento, l’evoluzione e l’interazione tra loro, ponendo al centro la figura della galleria e del gallerista.
La galleria è quindi un punto focale di scambio, commerciale e non, nel mercato e nel sistema dell’arte.
Non è facile mettere insieme tre personalità diverse a prescindere…se poi pensiamo alla gestione di una Galleria….
Borgo Pio Art Gallery , nel centro di Roma a 50 metri da San Pietro per l’esattezza in Via Degli Ombrellari 2 vede proprio 3 protagonisti co titolari .
Paolo Pardi, Tiziana D’eufemia e Giovanna Canu.
Tre modi di vivere l’arte differente che uniti creano un team sui generis , davvero performante quando parliamo di Mostre da gestire, organizzare e divulgare.
Conosciamoli meglio, e partendo dal presupposto che , appunto sono “differenti” mentre in due hanno diligentemente risposto alla domande, Paolo e Giovanna, Tiziana ha risposto a modo suo. Partiamo proprio da lei.

Il mio primo contatto con l’arte, avviene nei primi anni della mia vita senza dubbio trasmesso dall’espressione pittorica di mio padre.
Successivamente cresciuta da parte di madre antiquaria, in un ambiente stimolante e creativo che mi ha portato ad entrare in contatto e curare gl’interni delle dimore storiche romane.
Ho seguito per anni l’evoluzione dei 4 negozi di famiglia, situati a Via dei Coronari, strada dedicata all’antiquariato.
La mia formazione è di matrice economica, con un occhio sempre verso l’arredamento d’interni, ma successivamente mi sono cimentata nella comunicazione ed il marketing.

Da sempre l’arte la vivo come filo conduttore della mia vita.
Ho collaborato con diverse gallerie romane, da qui la decisione di occuparmene a tempo pieno aprendo Borgo Pio Art Gallery.
Amo in particolare gli impressionisti e la loro tecnica.
Ma mi colpisce ogni forma ed espressione che riesce ad emozionarmi, al solo sguardo. Amo trasmettere alle nuove generazioni, la passione per l’arte, almeno ci provo.
La galleria, è un luogo dove realizzare connessioni fra artisti e fruitori dell’arte.

Giovanna Canu
Primo contatto con l’arte?
Da che ricordo, l’interesse per l’arte l’ho sempre avuto ,non c’è stato un momento ben preciso, è stato un amore innato ed anche inspiegabile, in quanto la mia famiglia con l’arte aveva ben poco a che fare.
Sin da bambina i miei passatempi preferiti erano disegnare, pasticciare con il colore,
Mi affascinava tutto ciò che aveva a che fare con la creazione artistica, ricordo il mio sguardo ammirato, quando le mie insegnanti, mi spiegavano come realizzare un disegno o un lavoretto con la creta, per me era un momento speciale, emozionante, meraviglia nel vedere la creazione di quella che per me all’epoca era un opera d’arte.
Che formazione hai avuto?
Quando è arrivato il momento di scegliere la scuola superiore da frequentare, ho scelto il liceo artistico e complice la profonda ammirazione che nutrivo per la mia professoressa di storia dell’arte dell’epoca, ho cominciato a pensare che forse la direzione giusta da intraprendere sarebbe stata quella non della pratica dell’arte ma della teoria .
Dopo il liceo mi sono iscritta alla facoltà di Lettere e Filosofia dell’università “La Sapienza” di Roma conseguendo un diploma di laurea in Storia dell’arte contemporanea.
Durante gli anni di studio e per un periodo dopo, le collaborazioni in ambito artistico sono state molteplici, aiuto gallerista, consulente iconografica per alcuni spettacoli teatrali, archivista presso la biblioteca nazionale per la sezione arte, ma a malincuore ad un certo punto ho dovuto intraprendere un strada diversa da quella che mi ero prefissata.
Quando hai deciso di occuparti di arte ?
Il mio più grande sogno è sempre stato quello di poter aprire una galleria d’arte, per un lungo periodo ho dovuto abbandonare questa aspirazione, ho conseguito un diploma di agente di commercio e ho preso l’amministrazione di una società partner di unasocietàleader nel settore delle telecomunicazioni.
Prima che potessi dedicarmi a quella che era la mia prima aspirazione, sono passatianni, ma dell’esperienza maturata in quel periodo ne ho fatto tesoro, nella gestione di una galleria d’arte l’aspetto amministrativo e commerciale è estremamente importante.
Nell’ottobre del 2022 si è inaugurata la “Borgo Pio Art Gallery”, in neanche un anno e mezzo di lavoro abbiamo raggiunto risultati e conseguenti soddisfazioni inaspettate, il merito deriva sicura dall’affiatamento con quelli che sono i miei compagni di viaggio Tiziana d’Eufemia e Paolo Pardi.

Come scegli gli artisti da promuovere ?
Amo promuovere gli artisti le cui opere mi provochino emozione, mi devono stupire, entusiasmare per l’abilità tecnica impiegata nella loro creazione e per il messaggio che vogliono trasmettere.
Cos’è per te l’arte ?
Non è facile dare una definizione di arte, l’arte è l’espressione dell’io e del mondo circostante, delle emozioni più intime e delle emozioni che l’ambiente intorno a noi ci provoca , è rappresentazione del bello, è denuncia sociale, il tutto realizzato con maestria e genio, è lo specchio della nostra storia e del nostro presente.
Mi racconti un aneddoto che ricordi con il sorriso ?
Mi viene da sorridere, quando ripenso a quella volta, una decina di anni fa circa, durante un viaggio a Madrid fatto con la famiglia, quando ho costretto mio marito e miei tre figli a visitare il Museo Reina Sofia di Madrid e una volta difronte la Guernica di Picasso, completamente paralizzata ho provato un emozione indescrivibile , la faccia rossa e le lacrime agli occhi, i miei, che in quel quadro vedevano solo tanti mostri aggrovigliati, mi hanno preso per pazza e ancora oggi quando ci ripensano mi prendono in giro.
Chissà forse è stato quel momento che mi ha fatto capire che il filo che mi legava all’arte non si era spezzato del tutto.
Quale consiglio dai ad un emergente?
Il consiglio che posso dare è studiare, sperimentare fino ad arrivare a creare uno stile personale e riconoscibile che soddisfi il proprio bisogno interiore di espressione e non quello del mercato.
Oggi il troppo concettuale non rischia di allontanare il pubblico dall’arte ?
Si, credo che questo rischio ci sia.
Trovo un certo tipo di arte anacronistica, se pensiamo che Il primo esempio di arte concettuale risale addirittura al 1917, intendo “La Fontana” di Duchamp. L’intento dell’arte concettuale era sublimare il pensiero a discapito dell’aspetto estetico, disorientare , scioccare lo spettatore e portarlo alla riflessione, dalla metà degli anni sessanta, che segna la nascita ufficiale dell’arte concettuale, ad oggi si è fatto di tutto e di più, trovo che ormai quel filone sia esaurito.
Alcuni artisti “giggioneggiano”, anche un artista come Maurizio Cattelan penso che ormai sia diventato la copia scolorita di se stesso.
Sarà per il periodo storico che stiamo vivendo, ma il pubblico in questo momento ha bisogno di un tipo di arte che sia piu’rassicurante.
Quali sono oggi le fiere che ritieni più interessanti?
Oberati dal lavoro in galleria, quest’anno non abbiamo potuto muoverci come avremmo dovuto, mi è dispiaciuto in particolare non essere potuta andare a Bologna in occasione di Arte Fiera , mi è stato riferito che presentava situazioni estremamente interessanti.
Quanto conta la comunicazione nel mondo dell’arte ?
Per promuovere al meglio la propria attività e il lavoro degli artisti che sosteniamo la comunicazione è fondamentale, in qualsiasi attività ormai devi avere la totale padronanza nell’uso dei canali social.
Noi siamo seguiti da un media social manager, che ci aiuta far arrivare i nostri messaggi ad un pubblico mirato.
Trovo anche importante la comunicazione diretta con il pubblico che visita la galleria, è necessario instaurare un’empatia, dimostrare la propria preparazione nel presentare un’opera esposta, sempre però con umiltà ed entusiasmo.
Spesso ci vengono fatti i complimenti per la nostra disponibilità e accoglienza, lamentando l’asetticità di molte altre gallerie, sicuramente facciamo trasparire la passione con cui facciamo il nostro lavoro.
Cosa cambieresti nel sistema arte in Italia?
Secondo me l’Italia è un paese che dovrebbe fare molto di più per promuovere l’arte contemporanea e gli artisti emergenti, E’ un paese che si adagia sugli allori, vivendo di rendita per quello che siamo stati e investe poco su quello che potremo ancora essere.
Trovo anche vergognoso l’insegnamento pubblico dell’arte ai ragazzi, mia figlia frequenta il secondo anno di uno dei licei artistici storici della capitale, all’interno della scuola non ci sono laboratori e materiale adatto per poter apprendere nel modo giusto, è come se l’insegnamento dell’arte non fosse importante e in un paese la cui fortuna è data soprattutto dal suo patrimonio artistico, è inaccettabile.
Qual’è il ruolo del Gallerista oggi?
Gestire una galleria d’arte attualmente non è facile, le gallerie non sono più come una volta, prima erano salotti culturali, luogo d’incontro,ora il gallerista per promuovere i propri artisti deve inventare continuamente eventi e collaborazioni anche esterne per invogliare il pubblico e i collezionisti .
Una galleria oggi deve essere necessariamente dinamica.

Paolo Pardi
Primo contatto con l’arte?
Il mio primo ricordo mi porta all’ etá di 10 anni quando, in quinta elementare, arrivò il primo elogio dalla mia insegnante su un disegno fatto a matita che rappresentava in un unico foglio, tre storie diverse. Oltre al fattore comunicativo c’era anche la tecnica nelle proporzioni e nella stesura del colore che rendeva nel mio lavoro un senso artistico notevole. Questo fu il commento della maestra.
Che formazione hai avuto?
La prima formazione da piccolo autodidatta, era supervisionata e condivisa con mio padre anche lui dedito alla pittura, apprendevo proprio da lui le prime tecniche fù sicuramente anche il mio coach. Iniziai progressivamente ad approcciare tecniche più impegnative, arrivando così al mio primo olio su tela che riproduceva, diciamo abbastanza fedelmente , “Café de Paris” di Van Gogh. In quegli anni dunque seguivo il mio istinto o meglio la mia passione ma con approccio pionieristico.Successivamente ho avuto modo di affinare le mie conoscenze tecniche iscrivendomi nelle scuole superiori ad un liceo artistico dove evidentemente univo la tecnica in apprendimento alla mia originale passione.
Nel corso di formazione liceale mi trovai ad essere scelto dalla mia insegnante di “figura disegnata”, come suo assistente nelle lezioni che teneva .
Nella didattica uno dei testi di riferimento che più apprezzavo era quello di Carlo Giulio Argan. Il destino ha fatto sì che poi lo stesso Argan, lo trovassi qualche anno dopo come direttore scientifico nel prosieguo dei miei studi presso il centro sperimentale di comunicazione sociale e d’impresa.
Dal centro sperimentale prende poi successivamente origine la nuova facoltà di “scienza della comunicazione” dell’ università di Roma.
Quando hai deciso di occuparti di arte ?
Il progetto della galleria espositiva nasce in una cena fatta con delle mie carissime amiche anch’esse legate al mondo dell’arte, insieme in quella occasione esprimemmo la volontà di dedicarci ad un progetto che nasce dunque circa un anno e mezzo fa sfidando peraltro un periodo di difficoltà legato alla pandemia.
L’idea originaria è stata quella di poter creare con la nostra “Borgo Pio Art Gallery”, un centro espositivo dove poter coinvolgere e dare visibilità, con eventi specifici, a giovani artisti e non.
Come scegli gli artisti da promuovere ?
Quando un’artista ci contatta ci scambiamo le foto delle sue opere, ci diamo un primo consulto via messaggi poi diamo un appuntamento in galleria o andiamo nel suo studio, lì dal vivo scegliamo le opere da tenere in galleria.
La cosa importante aldilà del nome e della tecnica, e’ la qualità dell’opera e quello che ci trasmette.

Cos’è per te l’arte ?
L’arte è comunicazione, pathos, energie vibranti!!!!
Mi racconti un aneddoto che ricordi con il sorriso?
Quando un presunto gallerista ci ha detto che eravamo dei mentecatti e avremmo chiuso a breve e lui avrebbe rilevato la nostra galleria… e invece, siamo ancora qui, con grandi progetti e grandi collaborazioni.
Quale consiglio dai ad un emergente?
Di essere umile anche se effettivamente sei il migliore…sei unico si, ma come te c’è ne sono tanti, punta su ciò che vuoi raccontare di te, comunica con la gente tramite le tue opere, non soffermati solo sulla qualità superiore della tua tecnica.
Chi compra oggi non sono solo i collezionisti che hanno una cultura artistica superiore, ma gente comune che ama l’arte, e viene colpita da ciò che la tua opera comunica.
Oggi il troppo concettuale non rischia di allontanare il pubblico dall’arte ?
Se si riesce a coinvolgere spiegando bene cos’è l’arte concettuale ad un pubblico digiuno, si può trovare un terreno fertile per seminare ed avere un raccolto fruttuoso.
Quali sono oggi le fiere che ritieni più interessanti?
Per nostra fortuna oggi l’arte è alla portata di tutti, le fiere sono tante, purtroppo molte di loro sono con entrata a pagamento e questo a mio parere inibisce molti appassionati dell’arte a partecipare.
Quanto conta la comunicazione nel mondo dell’arte ?
Tanto direi, moltissimo. Basta pensare ai primi graffiti trovati nelle caverne, erano dei semplici disegni che raccontavano scene di vita quotidiana.
L’arte è comunicazione
Cosa cambieresti nel sistema arte in Italia?
Creare spazi d’esposizione per i giovani artisti in più periodi nel corso dell’anno. Lo stato, enti pubblici e privati, dovrebbero dare più aiuto ad associazioni culturali e piccole gallerie con maggiori sovvenzioni.
Qual’e’ il ruolo del Gallerista oggi?
Mi piacerebbe che le gallerie tornassero a formare giovani artisti, come avveniva negli anni ‘70 ‘80, all’ interno delle gallerie si creavano correnti e gli artisti si confrontavano e si scambiavano idee e progetti.
Grazie al team Borgo Pio Art Gallery per il tempo a noi dedicato , e complimenti per la passione che mettono in questo lavoro, apparentemente semplice, per chi non è del settore, ma estremamente delicato per chi ama l’arte .
Alessio Musella