Roberto Litta, uncunventional Critico nel Mondo dell’arte….

Roberto Litta
Roberto Litta

Liceo scientifico, studi di Giurisprudenza, marketing….scrittore che ama raccontare e raccontarsi, divulgatore, ma soprattutto comunicatore….

Roberto Litta si sta sempre più affermando come critico d arte grazie al suo metodo innovativo che lega le opere alla storia e alle condizioni sociologiche e filosofiche degli artisti e dei loro tempi, ma soprattutto per la freschezza espositiva con la quale racconta l’arte.

Lasciamo volentieri a lui il piacere di raccontarsi attraverso le risposte alle nostre domande …

Il tuo primo contatto con l’arte?

La mia prima scoperta dell’arte fu quando al liceo ci portarono a visitare i Musei Vaticani ebbi la fortuna di entrare nella cappella Sistina e per me fu il più grande Halloween dell’arte il 31 ottobre del 1512 quando Michelangelo fece osservare al pontefice Giulio secondo e a tutti gli alti prelati della Corte Vaticana di aver completato la meraviglia della Cappella Sistina, “capela nostra pingi finita aperta est“, che poi nel Grand Tour Goethe definì uno dei più alti esempi delle capacità del talento umano di raggiungere qualsiasi traguardo e che nulla è impossibile alla capacità degli uomini di migliorarsi, ecco perché per me l’arte significa alzare l’asticella del possibile.

Quando hai capito che l’arte sarebbe diventata da passione a professione?

Io arrivo all’arte dal mondo della letteratura ho sempre avuto la passione per i soggetti teatrali ne ho scritti molti, ho scritto romanzi storici , sceneggiature e da ultimo anche raccolte di fiabe illustrate per i bambini per combattere il fenomeno del disagio giovanile, delle disuguaglianze formative e del bullismo.

Sono arrivato all’arte poi con una coincidenza molto casuale ,un bellissimo aneddoto ,ero stato invitato alla mostra di un pittore Russo un po’ più di dieci anni fa e purtroppo Il critico ufficiale che doveva presentare le opere ebbe un problema e non si presentò così gli organizzatori mi chiesero di intervenire e di raccontare quello che ispiravano quei quadri, io feci una comparazione con il grande scrittore russo Dostoevskij e per ogni opera mi tornava in mente uno dei suoi meravigliosi romanzi di questo grande scrittore e filosofo fu un successo e da quella volta capì che probabilmente quella di critico d’arte poteva diventare la mia professione, poi è stato un crescendo anche grazie alla radio e la TV.

Come scegli i progetti o gli artisti da seguire?

Nello scegliere un progetto o un artista cerco sempre di prediligere il messaggio, il linguaggio non solo una rincorsa personale con se stesso dell’ artista nel cercare di essere il più bravo a disegnare a dipingere o a stendere i colori sulla tela.

Mi concentro soprattutto sul messaggio dei tempi che quell’opera si porta con sé perché quello che noi vediamo oggi sarà una rappresentazione del pensiero umano per chi dovrà vedere queste opere tra 100-200 anni e quindi cerco sempre principalmente di interpretare il linguaggio che un artista ci vuole dare attraverso le sue opere.

Se potessi incontrare un artista del passato, chi e cosa gli chiederesti?

Un po’ come Benigni e Troisi nel film , mi piacerebbe incontrare Leonardo da Vinci un po’ perché sono molto curioso di tutte le sue invenzioni cioè di un essere umano che dalla mattina alla sera stava sempre a pensare come sfruttare le sue capacità e inventare qualche cosa di nuovo ,era molto eclettico e curioso si interessava di tutto ,di architettura militare di costruzione di macchine, ma ovviamente ha dimostrato che quando decideva di prendere in mano i pennelli è stato un grandissimo e

in particolar modo ci ha regalato la prima grande scena teatrale in un affresco l’ultima cena per la posizione di ognuno dei discepoli c’era un ruolo un atteggiamento diverso alla notizia di quell’ultima cena e al fatto che il Cristo comunicava che da lì a poco sarebbe stato tradito, veramente una grande scena di movimento teatrale e di profonda umanità.

Oggi consiglieresti l’acquisto di un emergente come investimento?

Consiglio sempre di acquistare artisti emergenti di scommettere sul talento e sul futuro e se non avesse fatto così Agostino Chigi scommettendo su Raffaello , non sarebbe mai diventato il più grande che conosciamo.

Che differenza c’è, nella percezione dell’arte tra Italia e estero?

Purtroppo c’è una grande differenza tra la percezione dell’arte all’estero come strumento di investimento e in Italia dove ahimè siamo ancora molto e troppo legati a vecchi schemi delle opere d’arte come abbellimento come elementi di arredo che seppur utili non possono assorbire l’intero valore dell’ arte.

È giusto che ci siano belle cose nelle belle case ma l’arte è pensiero e investimento e valore che si muove che attraversa i luoghi e il tempo e noi dobbiamo rincorrere questa percezione che si è già consolidata all’estero.

Cosa chiedi ad un Gallerista?

Ai galleristi chiedo di investire di non cercare i guadagni immediati ma di creare valore nel tempo penso al grande Leo Castelli a quelli che accompagnavano gli artisti quotidianamente anche nella vita privata anche nell’affrontare le difficoltà di tutti i giorni fornendo spesso conforto oltre che supporto economico.

È un mestiere complesso quello del gallerista ma che dà grandissimi risultati nel tempo se si cercano risultati e guadagni troppo veloci è meglio fare un altro lavoro.

Cosa pensi dell’editoria di settore?

Avverto dei segnali di ripresa dell’editoria di settore dove a mio avviso oltre che puntare sui cataloghi delle mostre gli editori dovrebbero guardare con maggior attenzione anche ai saggi, io recentemente lo scorso Febbraio ho pubblicato un catalogo ragionato su Nelvis Fornasin l’ultimo dei grandi vedutisti napoletani in occasione del Centenario che cade quest’anno quindi c’è richiesta di testi di storia dell’ arte e di ricerca culturale.

Che differenza c’è tra curatore e critico d’arte?

Sono due mestieri profondamente diversi Il curatore ha intuizione su una mostra che può suscitare interesse e funzionare nel mercato e spesso ha buone doti di organizzatore , Il critico d’arte ha un compito diverso è quello di fare innamorare le persone delle opere d’arte che vengono esposte e di facilitare la comprensione del linguaggio che le stesse portano con sé.

Purtroppo spesso ci limitiamo a guardare e non ad osservare, alle opinioni e non a capire il pensiero. Infine volevo ricordarvi dell’arte a teatro da poco è partito il nostro tour Arte in musica uno spettacolo teatrale con le musiche di Gianmarco Giannetti e la voce di Greta Arditi gireremo tutta l’Italia e aspettate che lo spettacolo arrivi nelle vostre città e non perdetelo.

Grazie Roberto, interessante e istruttiva conversazione , davvero.

Alessio Musella

Intervista in collaborazione con Arianna Forni ( Ideatrice e curatrice della Biennale di Vigevano)

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