Giovane, curioso e ambizioso…
Elencare le sue mostre e i suoi successi non avrebbe senso, per questo potete andare sul suo sito www.marksugar.art
Noi preferiamo, come sempre che sia l’artista a raccontarsi, rispondendo alle nostre domande….
Il tuo primo contatto con l’arte?
Il mio primo contatto con l’arte é stato all’etá di 3 anni.
Avevo sempre in mano fogli e matite e contemporaneamente costruivo strutture con i lego, o con qualsiasi supporto, prevalentemente legno di scarto.

Quando hai capito che l’arte sarebbe diventata da passione a professione?
Ho capito che l’arte sarebbe diventata la mia professione quando, collaborando e realizzando opere con altri artisti, riuscivo ad avere ottimi risultati sotto tutti i punti di vista, quello concettuale ed economico.
La tua prima opera?
La mia prima opera é stata “SugarHeart, the One”. Scansionai digitalmente il mio cuore, ne creai un prototipo in scala 1:1 in acido polilattico e sabbia, lo dipinsi di nero-viola, lo firmai e lo spedii ad una gallerista a New York negli Stati Uniti.
Fu anche ufficialmente la mia prima vendita. Il pezzo lo acquisí, in seguito, una fotografa di Manhattan per 300 dollari.



Per fare arte , bisogna averla studiata?
Si. Per fare arte bisogna averla studiata, é fondamentale secondo me essersi concentrati su almeno una corrente artistica precisa.
La nostra identità artistica puó nascere, essere influenzata e rafforzarsi solo grazie a delle esperienze culturali e mistiche, che non possono non intrecciarsi con un percorso di studio, che io chiamo vita.
Cosa unisce la tua arte e la musica ?
Quello che unisce scultura e musica, credo vivamente sia l’emozione che si genera creando e ascoltando.
Sia durante il concepimento del pezzo che la riproduzione dello stesso.
Come scegli cosa ritrarre ?
Scelgo i miei soggetti da materializzare, in base alle mie esperienze di vita quotidiana.
Il mio obiettivo é principalmente quello di sensibilizzare l’interlocutore, su argomenti che mi hanno offerto riflessioni ed emozioni, quali ad esempio, la ricerca costante del bambino che é dentro di noi, l’esaltazione della magnificenza costruttiva dell’uomo e l’universo femminile.



Un aneddoto che ricordi con il sorriso?
Un aneddoto che ricordo con il sorriso é la rivincita su chi non ha saputo apprezzare fin dall’inizio, qualche mia opera sfrontata e pungente, come per esempio la scultura “WomanTree”.

Se potessi incontrare un artista del passato , chi e cosa gli chiederesti?
Se potessi incontrare un artista del passato, sceglierei Andy Warhol, per chiedergli cosa realmente ha dovuto sacrificare per diventare l’icona, delle icone pop.

Se incontrassi te stesso a 18 anni cosa ti consiglieresti ?
Se incontrassi me a 18 anni, chiederei a me stesso di scoprire prima possibile la consapevolezza.
Gli parlerei di dettagli e di come questi possono realmente fare la differenza.
Spiegherei a Mark di affrontare ogni situazione, comunicando in modo libero e indipendente dai giudizi altrui.
Insegnerei a quel ragazzo che i sentimenti e le emozioni non hanno bisogno di parole.
Gli insegnerei che “essere” é assolutamente piú importante di “sembrare”.

Quanto conta la comunicazione ?
Per un artista, oggi, la comunicazione é un fattore determinante e imprescindibile.
Per sensibilizzare in modo corretto bisogna investire molto di noi stessi per poter comunicare in modo essenziale.
Che differenza c’è, nella percezione dell’arte tra Italia e estero?
Tra Italia ed estero nella percezione dell’arte ci sono molte differenze.
Qua in Italia, per esempio non é ancora visto come un lavoro, a differenza del centro Europa o del nord America.
Anche il mercato, legato alle opere d’arte, soprattutto di artisti emergenti, in Belgio, Paesi Bassi, Francia, Germania e Stati Uniti, viaggia con un ritmo totalmente diverso, dinamico, fruibile e piú sostenibile.
Cos’è per te l’arte?
Per me l’arte é semplicemente uno stile di vita.
Un percorso difficile, complesso, pieno di sacrifici e soddisfazioni.
Cosa ti aspetti da un curatore ?
Da un curatore mi aspetto che attraverso le parola e una penna, possa esprimere la giusta letteratura nascosta dietro ogni mia opera.
Cosa chiedi ad un Gallerista ?
Ad un gallerista chiedo di poter custodire e trattare al meglio i miei pezzi, dandogli il giusto spazio e la migliore luce, con l’obiettivo di rendere piú sostenibile il mio lavoro soprattutto attraverso la giusta comunicazione.
Quanto contano per te la luce e il colore?
Per me la luce, é il fattore piú determinante di tutti e il colore é il veicolo migliore per esprimere il sentimento e l’emozione.
Grazie Mark per il tempo a noi dedicato
Alessio Musella