Lorenzo Belli: Arte? Questione di famiglia…

Lorenzo Belli
Lorenzo Belli

Laureato in marketing turistico successivamente si è specializzato in art management. Cura progetti espositivi e didattico-artistici in Italia e all’estero per musei, gallerie, associazioni e fondazioni private, conosciamolo meglio attraverso le sue risposte alla nostra intervista:

Il tuo primo contatto con l’arte?

Con l’arte ci ho convissuto sin da piccolo in famiglia, specialmente a casa dei nonni paterni, dove mio nonno Silvio, sindaco, scrittore e collezionista era in contatto quella cerchia di artisti che hanno reso famoso il territorio di Forte dei Marmi e Seravezza.

Ricordo con nostalgia gli incontri e i dibattiti su letteratura ed arte avvenuti nei pranzi con gli intellettuali ed artisti che frequentavano i nostri lidi e che caratterizzavano la stagione artistica degli anni ’80.
Le prime visite a musei e mostre d’arte sono legati invece a mio padre Leopoldo e al suo amore per storia e le tradizioni locali: le lunghe giornate passate al museo etrusco di Volterra e presso i siti archeologici di Cerveteri e Baratti hanno creato in me l’interesse per la storia dell’arte.

Che formazione hai avuto?

Ho avuto una formazione universitaria di tipo manageriale aziendalistica per poi specializzarmi con una Scuola Estiva Internazionale all’università di Siena maturando altre qualifiche nel settore dell’arte e dell’innovazione tecnologica.

Quando hai capito che l’arte sarebbe diventata da passione a professione?

L’arte è un ambito abbastanza chiuso e non è stato facile entrarci pur avendo una storia di famiglia alle spalle.

Dopo anni di studio e lavoro in Italia e all’estero nel 2007 ho deciso di far ritorno in Versilia ma qui ,pur essendo la patria della scultura e della lavorazione artistica, è stato difficile ritagliarmi uno spazio.
Mio Bisnonno Lorenzo di Pietrasanta era uno scultore affermato ma più famoso in Francia che in Italia: la sua storia è sempre un monito che mi ha sempre suggerito che è ancor più impegnativo emergere a casa propria che lontano da questa.

Come scegli i progetti o gli artisti da seguire?

Credo che il lavoro del Project Manager e del curatore d’arte sia sempre a metà tra intuizione e processo razionale.

Diciamo che bisogna saper vedere le opportunità a medio lungo termine di ogni progetto, poi il resto è sensazione e incontro reciproco.

Un aneddoto che ricordi con il sorriso?
Le prime mostre fotografiche organizzate con i bambini, vedere quell’innocenza verso l’arte e quella gioia di raccontarsi mi riempie di gioia e sono questi ricordi a cui mi appiglio anche nei momenti professionalmente più difficili.

Se potessi incontrare un artista del passato, chi e cosa gli chiederesti?

Sicuramente vorrei incontrare Amedeo Modigliani, di cui ho scritto nel 2021 un breve saggio sul suo soggiorno in Versilia, per chiedergli perché ha deciso di smettere di scolpire.

Quanto conta la comunicazione?

La comunicazione è un cardine fondamentale in tutti i progetti, specialmente nell’arte.
I nuovi canali social e la digitalizzazione hanno aperto a nuovi modi di comunicare e fruire l’arte.

Oggi consiglieresti l’acquisto di un emergente come investimento?

Consigliare un artista in particolare ne precluderebbe molti altri che hanno differenti ma altrettante qualità artistiche.
Il mercato dell’arte è diventato globale e si trovano on line artisti capaci che hanno l’opportunità di mettersi in mostra, credo comunque che l’arte sia prima innamoramento e poi investimento.

Che differenza c’è, nella percezione dell’arte tra Italia e estero?
Fuori dall’Italia la figura dell’artista e dei professionisti che gli gravitano intorno godono sicuramente di maggior rispetto.

Cos’è per te l’arte?

Per me l’arte è passione e curiosità continua.

Per proporre arte bisogna averla studiata?

Se si parla di proporre come di vendere l’arte, questa come qualsiasi altro prodotto bisogna conoscerla.
Si può essere autodidatti o aver frequentato dei percorsi formativi specifici, sta di fatto che bisogna sapere di che cosa stiamo parlando.

Cosa chiedi ad un Gallerista?

Di fare il gallerista vecchio stampo, ovvero di investire sugli artisti.

Cosa pensi dell’editoria di settore?

L’editoria è un mondo nel mondo e spesso è chiusa nell’autoreferenzialità dei contenuti.

Che differenza c’è tra curatore e critico d’arte?

Questa è una bella domanda.

Non credo che esista più la figura del critico d’arte , diciamo che attualmente questa  possa coincidere con lo scrittore accademico spesso sganciato dalle logiche di mercato.
Altra cosa è la figura del curatore che ha sempre più le sembianze del divulgatore d’arte, del comunicatore di contenuti e del promotore di progetti artistici.

Certamente vi è una sovrapposizione e un cambio continuo di ruoli, esempio emblematico è Gian Maria Tosatti che in questo ultimo anno è stato nominato direttore artistico della Quadriennale di Roma, è uscito con un libro che tratta di arte e sarà unico artista presente al Padiglione Italia della Biennale d’arte di Venezia.

Gian Maria Tosatti

Grazie Lorenzo per l’interessante chiacchierata.

Alessio Musella

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