“La Gioconda sorride a tutti. Soprattutto al tempo. ” – Vasile Ghica
Luigi Mele accende, sulla tela, la verità di una Venere e vestale sconsacrata, che, sorniona, sbeffeggia e “le lancette dell’orologio” e “quella della bussola”.
L’artista partenopeo la rapisce da ogni valore preesistente, per indovarla nella semantica di linguaggio, che racconta l’appartenenza ad un globo terraqueo e empireo attuale.
Decisi spazi e toni raccontano, così, questa donna, e altresì una realtà sempiterna: curviformi linee si alternano a fermi tratti, alternando pieni volumi a sottili e graffianti interstizi a terre geometriche.
Il pentagramma tonale è scelto e essenziale, evidenziando umori diversi; l’occhio percepisce, infatti, un’euritmia, data da necessarie sistole e diastole segnico/cromatiche sincopate, laddove il dolce digradare è solo un passato ricordo.
Luigi Mele sposa il lento procedere del pigmento oleoso alla significanza di una sinossi artistica efficace; l’occhio viene, infatti, rapito da una “lode terragna” , solo apparentemente pauperistica.
La semplificazione, amata dall’autore addentro la composizione, muta, in tal senso, a sedurre e destabilizzare l’atmosfera circostante.
L’autore napoletano fugge da una poetica melensa e ridondante, preservando e sottolineando, alfine, la modernita e l’importanza del soggetto protagonista. L’opera è, attualmente, esposta alla collettiva “WOW!” , la cui parte organizzativa e divulgativa è stata seguita da Alessio Musella.
È possibile visitare la kermesse, che, peraltro, accoglie molteplici personalità del panorama artistico, recandosi a Villa Bertelli, nella sala “Ernesto Treccani” , a Forte Dei Marmi.