Francesca Nesteri: l’Arte di rinascere.

Francesca Nesteri
Francesca Nesteri

Francesca ama sperimentare, non è un caso che utilizzi diversi linguaggi per comunicare come installazioni, arte performativa, videoart.

La sua attività artistica/creativa è complessa, ma precisa, difficile da riassumere in pochi concetti, per questo lasciamo volentieri che sia l’Artista a raccontare e raccontarsi rispondendo alle nostre domande.

Il tuo primo contatto con l’arte?

Ero piccolissima e vidi la Medusa di Caravaggio che mi spaventò tantissimo.

Dopo anni capii che questa paura era stata un’emozione potente provocata da un realismo ed un’espressività unica.

Questo mi ha spinto a voler studiare la storia dell’arte partendo proprio da Caravaggio. 

Quando hai capito che l’arte sarebbe diventata da passione a professione?

Dopo anni di riflessione, studi e sperimentazione ho acquisito fiducia in me stessa e mi sono “lanciata”.

La tua prima opera?

Considero il mio primo lavoro maturo la serie dei “Tarocchi“; si tratta dei 22 Arcani Maggiori realizzati secondo la mia visione personale degli archetipi junghiani.

È un lavoro ancora basato sul mezzo fotografico il quale, successivamente,  si è evoluto in altre tecniche.

Per fare arte, bisogna averla studiata?

Sì certo, anche se non necessariamente in modo istituzionale.

Cosa unisce i tuoi dipinti e la musica?

Non c’è una volontà di connettere le due cose; tuttavia la musica fa parte del mio mondo e credo che possa in qualche modo influenzare il carattere delle mie opere.

Come scegli cosa ritrarre?

Con la mia arte ritraggo l’umanità.

Nella ricerca sulle “Icone” c’è l’intenzione, attraverso una visione contemporanea, di divinizzare l’umano piuttosto che la divinità come invece avveniva nelle icone bizantine.

Nella ricerca sulle “Sovrastrutture” indago la relazione fra individuo e il Super-io freudiano inteso come insieme di strutture mentali che condizionano e limitano l’essere.

Un aneddoto che ricordi con il sorriso?

Un aneddoto in particolare non c’è, tuttavia ricordo con piacere la mostra collettiva “Ex voto – artisti per Rosalia” del 2022 a Palermo in quanto adoro la Sicilia per via della sua bellezza e ricchezza. 

Se potessi incontrare un artista del passato, chi e cosa gli chiederesti?

Vorrei incontrare Van Gogh e dirgli che oggi è amato in tutto il mondo e vorrei chiedergli se, finalmente,  è felice.

Se incontrassi te stesso a 18 anni cosa ti consiglieresti?

Di studiare di meno e divertirsi di più.

Quanto conta la comunicazione?

Nell’arte contemporanea conta moltissimo.

Che differenza c’è, nella percezione dell’arte tra Italia e estero?

L’Italia dal punto di vista artistico, a parte alcune realtà isolate, è ferma alle antiche glorie, all’estero invece, c’è più apertura verso il contemporaneo.

Cos’è per te l’arte?

È una parte di me.

Cosa ti aspetti da un Curatore?

Mi aspetto professionalità.

Cosa chiedi ad un Gallerista?

Di credere in me e nel mio lavoro.

Quanto contano per te la luce e il colore?

Nei “Tarocchi” c’è una ricerca di luce attraverso la fotografia. 

Nella tecnica mista delle “Icone” la luce si manifesta attraverso la foglia oro e la combustione.

Nelle “Sovrastrutture” la luce è data dal bianco sul nero. Il colore, invece, viene da me negato, almeno fino ad oggi.

Grazie per il tuo tempo Francesca e per la piacevolissima chiacchierata.

Alessio Musella

La foto di copertina è di Ettore Maria Garozzo

Total
0
Shares
Previous Post
Vania Elettra Tam

Vania Elettra Tam: “Il ritratto di Serena”.

Next Post
Alessandra Redaelli

“Buon mARTEdi” a cura di Alessandra Redaelli: “Daliland” e la figura di Gala…

Related Posts