La creatività di Cinzia Bertè appare come un puzzle artistico che riesce a coniugare stili diversi per raccontare emozioni.
Le sue tele riportano le opere al colore; il colore è visto come un modo assoluto per comunicare e trasmettere la propria identità.
Con piacere lasciamo all’artista il piacere di raccontarsi rispondendo alle nostre domande.



Il tuo primo contatto con l’arte?
Il mio primo contatto con l’ arte è avvenuto quando ero alle scuole elementari , mi piaceva disegnare , dipingere , amavo i colori .
Poi nella crescita i lavori in altre attività mi hanno assorbito totalmente che la mia passione è stata tenuta dentro ma accantonata.
Mi tenevo informata sempre però sulle televisioni e andavo a vedere mostre di artisti che a me piacevano .
Quando hai capito che l’arte sarebbe diventata da passione a professione?
La svolta è stata 10 anni fa nel 2014 quando ho incontrato il mio compagno che già dipingeva da parecchi anni e mi ha dato l’ entusiasmo e la voglia di rimettermi in gioco.



La tua prima opera?
La mia prima opera forse è stata di quella bambina alle scuole che non sapeva cosa avrebbe fatto da grande ma che amava tutti i colori .
Per fare arte , bisogna averla studiata?
Penso che l’ arte e la voglia di fare arte sia qualcosa che abbiamo dentro .
La tecnica è importante ma non essenziale , molte volte la tecnica toglie la creatività e la spontaneità .



Come scegli cosa ritrarre ?
Le mie scelte su cosa ritrarre sono spontanee, su qualcosa che mi cattura e che deve per me avere un significato .
Cosa unisce i tuoi dipinti e la musica ?
Il quadro , deve essere musicale per ognuno che lo guarda , può rappresentare , un ricordo , un emozione che viene tradotto in musica .
Un aneddoto che ricordi con il sorriso ?
Un aneddoto che mi ricordo e stato ancora prima di fare arte e ‘ di aver trovato per strada un pennello che qualcuno aveva perduto e dentro di me ho pensato , io credo nei segnali del destino ed ho pensato , forse qualcuno me l’ ha fatto trovare perché io lo possa impugnare …
Se potessi incontrare un artista del passato , chi e cosa gli chiederesti?
Mi piacerebbe incontrare due artisti del passato il primo è Picasso e chiedergli perché questa rivoluzione che ha fatto nella sua arte dagli anni del figurativo per poi passare agli ultimi anni della sua vita a dipingere come un bambino .


Non mi accontenterei dei libri di storia che l’ hanno già spiegato .
E poi il secondo è Ligabue ma a lui non chiederei niente dell’ arte ma starei a parlare con lui della sua vita …e me lo rende vicino perché dipingeva sulle sponde del Po ed io con mio papà emiliano non posso non essere sensibile .

Soprattutto amo i suoi quadri così sinceri e fragili.
Se incontrassi te stesso a 18 anni cosa ti consiglieresti ?
Se mi incontrassi a 18 anni gli direi che non è mai troppo tardi per rincorrere i propri sogni e la felicità .
Quanto conta la comunicazione ?
La comunicazione è molto importante per le persone che fanno arte , permette di essere in mille luoghi diversi e sensibilità diverse ed è lo specchio della società.

Che differenza c’è, nella percezione dell’arte tra Italia e estero?
L ‘ Italia è piena di arte e invidia dei paesi stranieri che la sanno ammirare e molte volte copiare .
Però proprio perché ci sono tante realtà e molte volte bassa cultura le nuove arti sono viste con sospetto forse perché non si va alla ricerca di quello che si vede .
Attualmente l’ arte italiana si basa su fondamentalmente artisti del passato ma bisognerebbe andare oltre e prendere loro come basi ma cercare di investire su bravissimi nuovi artisti.
L’ arte all’ estero invece è valutata al massimo e riescono anche a valutare i nuovi emergenti .
Cos’è per te l’arte?
L’ arte è passione per me felicità , una droga nel senso buono .



Cosa ti aspetti da un curatore ?
Da un curatore mi aspetto che creda in quello che l’ artista fa ed investa sul suo lavoro.
Cosa chiedi ad un Gallerista ?
Da un gallerista che non abbia paura nel credere al nuovo perché negli anni degli artisti che hanno fatto l’ arte contemporanea hanno avuto dei galleristi che non hanno avuto paura a credere a cose innovative e inusuali e per quei tempi l’innovazione non era così scontata .



Quanto contano per te la luce e il colore?
La luce è importantissima e lo è anche per me nell’ astratto, deve respirare e non sentirsi in gabbia come l’ arte .
I colori sono lo sfondo del cuore e dell’ emozione e cosa c’ è di più bello di una giornata di sole .
Grazie Cinzia per la piacevole chiacchierata e per il tempo a noi dedicato.
Alessio Musella