Per i 10 anni della Ferretti Is il Dott. Paolo Ferretti ha scelto di affidarsi alla competenza della presidentessa della Fondazione Mazzoleni per scegliere un artista Bergamasco al quale commissionare un’opera, che potesse raccontare si l’azienda, ma soprattutto la gente di Bergamo, gente che da generazioni ha fatto del proprio lavoro un esempio in termini di competenza, passione ed eccellenza nel mondo.


L’artista scelto è Manuel Bonfanti, la sua opera “ Work in progress” realizzata partendo da una fotografia selezionata tra le tante dal management Ferretti.
L’opera è stata raccontata dal curatore Alessio Musella che ha sottolineato la non autoreferenzialità del dipinto, puntando sulla scelta del soggetto, nel quale davvero, ognuno dei presenti ha potuto rivedere una parte di sé, ma non in quanto dipendente Ferretti, in quanto lavoratore che comprende e rispetta la fatica, il dolore e anche davanti alle avversità non teme di ripartire da zero.

In questa occasione il compito dell’arte è stato quello di raccontare non solo un’azienda, ma un periodo, e quindi la scelta dell’immagine finale si è trasformata in un omaggio ad un Intera comunità.
Negli anni 90 fu attratto dalla cultura Pop, affascinato dalle scritte, dai loghi, dai caratteri grafici, successivamente ha iniziato a interessarsi al mito, agli archetipi classici e ha lavorato sulla loro rivisitazione in chiave Pop, in chiave contemporanea, per poter meglio avvicinare lo spettatore.
Con il passare degli anni ha capito che il Pop non era un linguaggio compreso da tutti e ha scelto di ricominciare da capo con una nuova ricerca introspettiva.
È stato l’inizio di una ricerca-meditazione “sull’invisibile presente nell’aria” –
Oggi le tele di Manuel Bonfanti sono interpretate dall’artista come uno spazio d’aria nel quale inserire una porzione di luce e colore, ogni sua opera si trasforma in un’esplosione cromatica legata alla creatività del momento.

Un accostamento che può sembrare azzardato, viene invece spontaneo farlo con il pittore Britannico William Turner noto per i suoi splendidi contrasti di luce e al sapiente uso dei colori, nonostante ritraesse spesso paesaggi e tempeste, le sue pennellate trasformavano le tele in una sorta di mondi onirici le atmosfere rarefatte portano da sempre, in fondo, verso i sogni e osservare l’astrattismo.