Milena Bini: l’Arte come chiave di volta per trovare se stessa…

Milena Bini
Milena Bini

Nel corso degli anni ha per molte volte perso e ripreso il filo conduttore, senza mai dimenticare il suo obbiettivo.

Autodidatta trova nell’arte il linguaggio consono per potersi esprimere.

La sua continua ricerca l’ha portata quasi in tutti gli ambiti artistici.

Lasciamo a Milena il compito di raccontarsi attraverso le risposte alle nostre domande .

Il tuo primo contatto con l’arte?

L’arte è stata per me inizialmente terapeutica, il mezzo che durante l’adoloscenza mi permetteva di esprimere i miei stati d’animo pur senza seguire tecnica alcune, proprio per questo mi sono iscritta scuola dopo scuola alla ricerca di un insegnamento per esprimermi meglio in questo linguaggio.

L’amore per l’arte credo sia sbocciato alle scuole superiori dove ho avuto la fortuna di incontrare dei validi insegnanti che mi hanno trasmesso la passione per la storia dell’arte e il disegno della figura umana

Quando hai capito che l’arte sarebbe diventata da passione a professione?

Lo sto pensando seriamente solo da qualche anno! da quando ho cominciato ad avere più fiducia in me stessa, a crederci e a focalizzarmi su un obbiettivo nel quale riconoscermi (il percorso per arrivare a questa consapevolezza è stato lungo, ho sperimentato varie tecniche, questa ricerca  mi ha portata a spaziare in vari ambiti artistici, dalla pittura al cortometraggio, vagando e cercando di trovare la strada più adatta a me, cambiando repentinamente ogni qual volta sentissi il percorso da me intrapreso non era quello corretto)

Negli ultimi cinque anni è nato l’amore per la scultura e in particolar modo per  la modellazione dell’argilla così ho realizzato un’istallazione artistica di 100 mele a rappresentare una storia autobiografica –A Big Apple – biografia di una mela

Prendendo spunto appunto dalla figura della mela e utilizzandone la forma come base costruttiva ho poi modificato il più possibile l’esterno di ognuna delle mele proposte, ottenendo così una sorta di ritratto colorato di una società in cui si ha una forma comune e una cultura differente…”

Ad oggi collaboro con galleristi d’arte che vendono le mie creazioni in Italia e all’estero, nel dicembre 2019 sono stata selezionata per un concorso d’arte organizzato da una galleria d’arte di Zurigo che mi ha portata ad esporre a Miami durante la ART BASEL ART WEEK: un’esperienza bellissima! poco prima purtoppo di essere travolti dalla pandemia da Covid 19 che ha colpito tutto il mondo

La tua prima opera?

Non ricordo con esattezza la mia prima opera ma se si intende per “opera riconosciuta” penso ad un quadro che feci quasi maggiorenne con le basi tecniche <del disegno della figura umana che si muove nello spazio senza cadere> acquisite alla scuola di stilista di moda.

Per l’esattezza erano due quadri, raffiguravano una composizione di donne: in uno donne magrissime e dai colori cupi, l’altro donne molto grasse e colorate, con quest’ultimo vinsi il primo premio di pittura di un importante concorso d’arte organizzato nella mia città natale – Brescia- fù successivamente venduto.

Per fare arte , bisogna averla studiata?

Penso ci sia una predisposizione  innata e che successivamente possa essere perfezionata con l’apprendimento delle tecniche, lo studio, la sperimentazione

anche se queste non devono essere il fine ma il mezzo, l’arte è un percorso, una ricerca continua molto personale e intima

Come scegli cosa ritrarre ?

Quando dipingevo a olio (la mia prima passione) ho eseguito spontaneamente dei ritratti a persone che attiravano la mia attenzione per la loro particolarità o affettività o legati  semplicemente a determinati episodi

Ad oggi la mia ricerca si basa sulla modellazione dell’argilla , la sperimentazione degli smalti e la ricerca di elementi decorativi: Le mele, che simbolicamente rappresentano le persone

Un aneddoto che ricordi con il sorriso ?

Quando girai un cortometraggio amatoriale nella mia abitazione in una piccola mansarda dal titolo “Lightness” basato sulla pesantezza e la leggerezza, ricordo che avevo recuperato tantissime piume bianche e con l’aiuto di amici e con un ventilatore le abbiamo fatte volare mentre una danzatrice professionista si esibiva….  ricordo che mi svolazzarono per casa per un bel pò di tempo! 

Se potessi incontrare un artista del passato , chi e cosa gli chiederesti?

Sono due che amo particolarmente

forse è una risposta un pò presuntuosa ma se potessi davvero sceglierei il genio! 

Michelangelo Buonarroti! 

Mi piacerebbe l’idea di poterlo osservare al lavoro per ore… forse gli chiederei solo questo o magari aiutarlo nei lavori più umili!

Mi piacerebbe osservare al lavoro anche Andy Warhol, forse a lui chiederei dei consigli per  le mie mele.

Se incontrassi te stesso a 18 anni cosa ti consiglieresti?

Probabilmente mi consiglierei di avere più fiducia in me stessa e di focalizzarmi su un progetto anzichè disperdere energie in tante cose, ero un’anima in pena alla ricerca  probabilmente del mio percorso

Quanto conta la comunicazione ?

E’ importante!  l’arte di per se è un mezzo comunicativo!

Ma se si intende come comunicare o pubblicizzare la propria arte  nel mondo in cui viviamo anche la tecnologia ha un ruolo importante: i social, soprattutto instagram hanno dato la possibilità di dare più visibilità ad artisti e galleristi in tutto il mondo, sembra che il futuro sia in questa direzione, è giusto evolversi, penso sia un potenziale anche se personalmente rimango tradizionalista: vedere, capire, respirare dal vivo un’opera rimane sempre la miglior espressione comunicativa

Che differenza c’è, nella percezione dell’arte tra Italia e estero?

L’Italia vanta il più grande patrimonio artistico del mondo! peccato che per i giovani artisti sembra ci siano più opportunità all’estero, conosco giovani talentuosi che hanno dovuto espatriare per essere riconosciuti o semplicemente per riuscire nella popria realizzazione..

Ad esempio so che in Francia e Germania lo stato riconosce la pensione “come artista” e sostiene chi vuole intraprendere questa carriera supportando nei periodi di crisi di scarse vendite gli artisti proponendo loro dei lavori part- time di modo che possano continuare ad avere il tempo di creare e portare avanti comunque la propria professione

Cos’è per te l’arte?

Il mezzo espressivo e comunicativo che preferisco

Cosa ti aspetti da un curatore ?

Un bravo curatore penso che sappia comprendere, valorizzare e presentare al meglio il lavoro dell’artista

Cosa chiedi ad un Gallerista ?

Dopo varie esperienze.. oggi ad un gallerista chiedo chiarezza, onestà e fiducia reciproca, non può che giovare ad entrambe le parti

Quanto contano per te la luce e il colore ?

Basilari, l’anima della creazione

Grazie Milena per il tempo a noi dedicato

Alessio Musella

Intervista in collaborazione con Fondazione Mazzoleni e Artonline20

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