Dal 10 luglio al 29 agosto, il Castello dei Paleologi a Casale Monferrato ospiterà la prima mostra – in realtà concettualmente la seconda, ecco perché il titolo Esperienza #02 – de L’ora di Mosca, gruppo artistico indipendente, nato nel giugno del 2020, alla fine del primo lockdown, per riaffermare il proprio “esserci”, la propria esistenza creativa, di fronte all’annullamento di molte attività culturali imposto dalla pandemia. Il gruppo si compone di undici artisti
Elisa Cella, 14-C06 Giuliano Caporali – Senza titolo Manuela Toselli – Legami Specchio
– Aqua Aura, Giuliano Caporali, Loretta Cappanera, Elisa Cella, Andrea Cereda, Angelica Consoli, Nadia Galbiati, Marco Grimaldi, Alex Sala, Matteo Suffritti, Manuela Toselli – accomunati non tanto dall’appartenenza a movimenti o aree linguistiche ben definiti, ma dall’intento di instaurare un dialogo tra mondi immaginativi anche molto diversi tra loro, seppure afferenti a un’area che si colloca tra l’astrazione e le pratiche concettuali.
Aqua Aura – The Party is Over Nadia Galbiati, DIALOGO Matteo Suffritti, _Odisseo
A questo allude il nome del gruppo, che prende spunto da una citazione di Wassily Kandinsky,

tratta dal libro autobiografico Sguardi sul passato (1913), in cui l’artista russo rievoca la forte emozione suscitata in lui dalla molteplicità dei colori che la luce di un tramonto invernale genera riflettendosi sulle fantasmagoriche architetture del Cremlino; una molteplicità però che, come in una grande orchestra composta di strumenti diversi, è in grado di accordarsi e generare una “sinfonia”.
E proprio la convivenza di modalità espressive così diverse appare cifra dell’orizzonte artistico contemporaneo, non più dominato da un movimento o da una tendenza prevalente, come in passato, ma frammentato in tante individualità che procedono in modo autonomo.
