L’opera di Mario Vespasiani riguarda un soggetto che ha reso celebre l’artista e che rientra nella più vasta indagine sugli animali totem. Nella sua ricerca onnivora per argomenti e stili, alcuni temi sono stati trattati ed evoluti nel corso degli anni, fino a raggiungere soluzioni innovative ricche di spunti estetici e concettuali.
Il ciclo sui felini in particolare, di cui un grande dipinto venne esposto da Sgarbi nel Padiglione Italia della Biennale di Venezia 2011, ha visto l’evolversi di forme e tecniche fin dall’esordio dell’autore.

Dipinte su vari tessuti o con quattro occhi, in azione o in fase di osservazione, le tigri di Vespasiani non cercano mai l’aspetto naturalistico quanto quello simbolico, della regalità e del mistero, della forza e della vitalità imprevedibile.
Prendono i colori dall’ambiente che occupano completamente, mimetizzandosi, per via di una presenza che è fisica quanto mentale, come ad indicare che quando vogliono sono in grado di uscire dal perimetro del quadro e dunque di superare le sfide quotidiane.
Nel dipinto in questione Vespasiani descrive tutta l’energia di chi è abile a cogliere eventi e movimenti intorno a sé. Qui pennellate e sguardo comunicano una potenza espressiva ipnotica.
Titolo: La tigre smeraldo
Misura: cm 60×60
Tecnica: olio su tela
Anno di realizzazione: 2020