LA VITA CHE SI RINNOVA
Tecnica: Acrilico su tela
Misura: 60×50
Anno: 2021
Come un miniaturista medioevale
Dast impregna di colori squillanti ogni trama e ordito della tela plasmando uno scenario apocalittico, visione allucinata in cui un novello bestiario echeggia iconografie esiziali e annuncia devastanti auspici.
La vibrazione cromatica destabilizza e ammalia, ammantando di fascinazione virtuosistica un sentore mortifero che esala da ogni forma e figura riprodotta diffondendo per l’àere un’impressione mefitica.
Non bastano la cangianza delle tinte, la flessuosità e il dinamismo della creatura che domina con magnificenza il dipinto, né tantomeno la rutilante e aliena verzura che panneggia l’inquadratura, a nascondere l’orrore e la ferocia che, come da uno squarcio aperto in un orizzonte inferico, erompono con prepotenza dallo spazio pittorico che l’artista, demiurgo assoluto, cesella con impietosa precisione.
Aedo di una realtà mutante e inquieta, destabilizzante, Dast lo è da sempre, e ancor più questa sua rinnovata e fiammeggiante espressione, che se pur dismette la tavolozza limacciosa del bianco e nero che ha contraddistinto una certa e rilevante sua produzione, come pure accantona le tonalità terrigne e sanguigne di altre sue fasi ferine e ferali, manifesta la sua propensione all’esplorazione di realtà infauste, al disvelamento di tensioni tanto recondite quanto distruttive.

Invariato nel tempo e prescindendo dalla tecnica in Dast resta l’uso febbrile, quasi delirante, del colore, che qui si arricchisce di tonalità liquide, ottenendo un contrasto ancor più dirompente, idoneo alla plasticità del movimento che distribuisce in tutto lo spazio di tela; uso dello spettro dei pigmenti da cui potente s’irradia un originale e forte senso metamorfico, dello sguardo, del soggetto, del concetto.