Giacomo Consigli: connubio creativo tra Arte & Design.

Giacomo Consigli
Giacomo Consigli

Giacomo Consigli nasce e cresce a Pietrasanta, città d’arte per antonomasia circondata da mostre internazionali e laboratori specializzati nella lavorazione del marmo e di altri materiali pregiati.


Da sempre design e arte vanno a braccetto, infatti dopo aver conseguito la laurea in Disegno Industriale presso l’Università di Firenze ed aver iniziato la sua carriera nel settore della nautica di lusso presso Perini Navi, dove ha sviluppato una passione per la qualità e l’eccellenza, volge lo sguardo verso l’Universo Arte.

Le principali fonti di ispirazione di Giacomo risalgono agli anni ’80, un periodo in cui moda, design, musica e arte si intrecciarono in modi che continuano a influenzarlo profondamente ancora oggi.
Conosciamolo meglio lasciando che sia lui stesso a raccontarsi rispondendo alle nostre domande:

Il tuo primo contatto con l’arte?

L’arte per me è sempre stata come una calamita che mi ha attratto fin da piccolo.

Ricordo ancora oggi molto bene nonostante avessi 4 anni un episodio che mi fece scattare la scintilla; ero con mio padre e stavamo visitando la fiera del nostro paese, era una bellissima sera d’estate piena di luci e colori delle bancarelle ad un tratto passeggiando tutta la mia attenzione si riversò su un artista di strada che stava disegnando sull’asfalto con dei gessetti colorati un’opera per me bellissima, ne rimasi rapito ,vederlo disegnare per me fu un qualcosa di magico.

Quando hai capito che l’arte sarebbe diventata da passione a professione?

Ho lavorato molti anni nella nautica come designer ma senza poter lasciare un mio segno , non ero appagato e il richiamo dell’arte e della creatività con il passare del tempo si facevano sempre più forti quindi ho deciso di iniziare questo nuovo percorso.

La tua prima opera?

La mia prima opera fu un omaggio al cubo di Rubik, un tavolo dalla struttura in acciaio con le mattonelle in marmo di varie essenze e colori.

La particolarità era la movimentazione orizzontale del cubo che permetteva di far ruotare con scatti di 10 gradi i tre moduli dando movimento e permettendo alla persona di interagire con l’opera.

Per fare arte , bisogna averla studiata?

Non necessariamente, l’arte è un qualcosa di viscerale che viene da un vissuto ed è profonda ed insita nella persone che riescono a vederla e a tradurla in opera. Lo studio sicuramente permette di strutturare e rafforzare ancora di piu’ l’istinto creativo veicolandolo con una conoscenza e padronanza maggiore.

Dal mio punto di vista essendo un campo molto vasto e con molte sfumature ci possono essere diverse forme di arte che spaziano a seconda delle proprie esperienze e del proprio bagaglio di conoscenza.

Come scegli cosa ritrarre ?

Sicuramente il legame uomo natura per me rappresentano un’archetipo da cui partono la maggior parte dei miei lavori. Immergersi nella flora in tutte le sue variazioni stagionali ,ammirare con stupore ogni sua sfaccettatura
che sia quella contaminata dall’uomo oppure quella piu’ puramente silvana ,sono fonte e linfa nel mio processo creativo e mi conducono poi all’idea finale.

Un aneddoto che ricordi con il sorriso ?

Ricordò con simpatia e affetto quando una ventina di anni fa un mio carissimo amico, Gianni Carretti, pittore purtroppo scomparso, mi profetizzò che sarei diventato un artista. all’epoca non mi sembrava possibile, a distanza di anni invece riconosco che aveva visto prima di me quale sarebbe stata la mia strada.

Se potessi incontrare un artista del passato , chi e cosa chiederesti?

Difficile dire solamente un nome, ma se dovessi farlo direi probabilmente Claude Monet, nonostante la mia vena sia più orientata verso la pop art e il surrealismo, ho sempre ammirato gli impressionisti capaci in poco tempo di catturare l’attimo e l’atmosfera dell’ambiente circostante e di realizzare quadri immersivi di una bellezza unica.

Piu che fare una domanda mi piacerebbe mettermi vicino a lui in silenzio e ammirarlo mente dipinge nel suo giardino lo stagno delle ninfee.

Se incontrassi te stesso a 18 anni cosa ti consiglieresti ?

Una su tutte sarebbe di mettere impegno e dedizione nei propri progetti perché i sogni si realizzano se seguiti da un’azione costante che li riesce ad alimentare.

Quanto conta la comunicazione ?

La comunicazione arricchisce e implementa la conoscenza , divulga, da informazioni e spiegazioni che permettono alle persone di riflettere e generare nuovi punti di vista
La comunicazione è una parte fondamentale per far arrivare alle persone il proprio pensiero ,spesso è l’opera stessa che parla ma è altrettanto vero che l’arte concettuale ha una grande storia dietro che va saputa trasmettere e comunicare.

Che differenza c’è, nella percezione dell’arte tra Italia e estero?

Credo che le differenze si stiano sempre piu’ assotigliando, ormai tutto è globale divulgabile e fruibile tramite i canali della tecnologia .

Secondo me questi aspetti livellano ancora di piu’le attuali differenze.

Cos’è per te l’arte?

L’arte è il saper rappresentare un pensiero emotivo-creativo attraverso la materia o una performance.

Cosa ti aspetti da un curatore ?

Che sappia organizzare e proporre al meglio l’artista valorizzandolo.

Cosa chiedi ad un Gallerista ?

Chiedo di credere nelle opere e negli artisti della galleria parlandone e illustrando con entusiasmo e coinvolgimento, i lavori. Secondo me è importante avere doti empatiche per poter trasmettere al meglio emozioni alle persone.

Quanto contano per te la luce e il colore?

La luce è fondamentale, la luce è vita ed insieme al colore vanno a caratterizzare ogni cosa emanando vibrazioni diverse a seconda delle variazioni cromatiche e dal punto di luce che le attraversa.

Grazie per il tempo a noi dedicato Giacomo.

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