Alessandro Tricarico: il potere di uno scatto per raccontare…

Alessandro Tricarico
Alessandro Tricarico

Classe 1986, Alessandro Tricarico nasce sul Gargano , gestisce per due anni una camera oscura a Bologna, e ben presto capisce che la fotografia ha un potere unico concentrato in uno scatto, il potere di raccontare …

I suoi lavori non possono lasciare indifferenti, per intensità, storia e…

Il tuo primo contatto con la fotografia ?

Settembre 2008, durante un viaggio per motivi umanitari in Uganda.

Quando hai capito che la fotografia sarebbe diventata da passione a professione?

E’ stata una scelta viscerale, non del tutto consapevole. Da subito ho capito che il fotogiornalismo era la strada che volevo seguire: utilizzare la macchina fotografica come mezzo per poter vivere delle storie in prima persona, assorbirne i problemi e provare a raccontarli a più persone possibile. Le prime fortuite pubblicazioni su Repubblica e L’Europeo mi hanno fatto capire che forse quello che stavo facendo non era più solo una passione.

La tua prima opera?

Penso sia sbagliato parlare di opera, quindi parlerò della prima storia che ho raccontato. Nel 2010 gli studenti di tutta Italia protestavano contro la legge Gelmini che stravolgeva l’istruzione. In quegli anni vivevo a Bologna e nei mesi di novembre e dicembre c’erano manifestazioni tutti i giorni, qualcosa di mai visto. Avevo sempre la macchina fotografica con me e, lentamente, sono uscito dal corteo per iniziare a documentarlo. Sono ancora oggi le foto a cui sono più affezionato.

Come scegli cosa ritrarre ?

Non esiste una regola, tutto è dettato dal periodo storico e dal contesto. Di solito sono i cortocircuiti sociali che accendono la miccia del processo creativo. Davanti alle ingiustizie tutti noi cerchiamo di reagire come meglio possiamo.

23-12-2019 – Closcià di Alessandro Tricarico – Inaugurazione

Se potessi incontrare un artista del passato , chi e cosa gli chiederesti?

Vorrei sbronzarmi con Andrea Pazienza e parlare della nostra provincia e dei suoi abitanti.

Quanto conta la comunicazione ?

Molto, purtroppo. E occuparsene in prima persona ruba molto tempo sottratto ad altro.

Che differenza c’è, nella percezione dell’arte e della fotografia , tra Italia e estero?

Non saprei risponderti

Cos’è per te l’arte?

Una bellissima parola inflazionata che raccoglie all’interno del suo calderone più e più filoni creativi.

Cos’è per te la fotografia ?

Per me la fotografia è stata un pretesto per vivere decine di vite diverse che non avrei mai vissuto altrimenti. Grazie alla macchina fotografica ho avuto accesso ad animi umani che mai, o difficilmente, si sarebbero lasciati ritrarre e raccontare.

Per proporre arte e fotografia bisogna averle studiate?

Lo studio è necessario per poter comprendere a che punto siamo della storia dell’arte, tralasciando però le speculazioni dei corsi che molti istituti d’arte propongono.

Grazie Alessandro , soprattutto per come hai deciso di “non dimenticare” , attraverso i tuoi scatti…

Alessio Musella

Intervista suggerita da Valeria Vaccari

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