La 27^ edizione di Miart – Fiera internazionale d’arte moderna e contemporanea di Milano a cura di Giuseppe Joh Capozzolo.

miart 2023
miart 2023

La 27^ edizione di Miart – Fiera internazionale d’arte moderna e contemporanea di Milano, diretta per il terzo anno consecutivo dal curatore e critico d’arte Nicola Ricciardi, concepita e organizzata intorno a Crescendo, termine mutuato dalla didascalia musicale per indicare il graduale aumento dell’intensità sonora sulle partiture musicali, ha visto concretamente realizzarsi compiutamente il senso della metafora, oltre la contingenza di mero slogan.

Le statistiche rilevate successivamente il periodo di apertura al pubblico della fiera (14-16 Aprile 2023) hanno confermato infatti che il motto prescelto quest’anno – dopo Smantellato silenzio (2021) e Primo movimento (2022) – ha effettivamente presagito l’avvenuto sensibile incremento della presenza di pubblico e di collezionisti, curatori e direttori di istituzioni museali di rilevanza nazionale e internazionale, come anche una maggiore e forse più attenta partecipazione della stampa italiana ed estera, che ha consentito una capillare ed efficace risonanza mediatica delle numerose e variegate proposte artistiche presentate da ben 169 gallerie provenienti da 27 paesi nel mondo, con un aumento pari a circa il 40% di espositori esteri rispetto alla precedente edizione.

Miart 2023 ha confermato la scelta operata nelle precedenti di suddividere gli spazi espositivi in tre sezioni: Estabilished, la principale, che ha ospitato 133 gallerie proponenti opere di maestri dell’arte moderna esposte in simbiosi con produzioni di autori anche della più stretta contemporaneità; Decades, che ha coinvolto diverse gallerie in dieci progetti monografici di artisti attivi dagli Anni Dieci del Novecento agli Anni Dieci del Duemila; Emergent, dedicata alle proposte di ricerca delle più recenti generazioni di artisti.

Quest’ultima sezione – la prima visitabile entrando in fiera – è stata occasione significativa per esplorare le proposte di 26 giovani gallerie di cui 18 provenienti dall’estero, per un totale di 12 Paesi partecipanti oltre all’Italia, frutto della meticolosa ricerca effettuata dalla curatrice Attilia Fattori Franchini con l’intento di approfondire le proposte dei migliori spazi nascenti del sistema dell’arte internazionale, interessati alla ricerca sperimentale anche attraverso pratiche complesse come l’installazione, la performance e il video.

Di rilievo la presenza di 6 gallerie milanesi, sul gruppo delle 8 gallerie italiane, che ha evidenziato il peculiare rapporto della manifestazione artistica con la città di Milano per valorizzarne la peculiarità creativa anticipatrice di tendenze, legame rafforzato dagli eventi paralleli della Design Week e della Triennale.

Emergent si è caratterizzata quest’anno per una forte presenza della pittura figurativa ed astratta, in linea con le più recenti tendenze stilistiche.

Di rilievo è stato anche il ritorno della scultura e della fotografia, nonché della presenza di installazioni. Corpo, universo femminile, trasformazione urbana, ecologia, capitalismo sono i temi, attuali , che hanno sollecitato l’ideazione e l’espressione creativa dei numerosi artisti presentati in questa sezione.

Da evidenziare le proposte provenienti da gallerie che hanno deciso di condividere stand e progetti, al fine di promuovere collaborazioni e sinergie comunicative nonché contribuire ad abbattere i costi espositivi.

Tra queste, le gallerie londinesi Ginny on Frederick e South Parade, che hanno messo in luce il dialogo tra opere di Guendalina Cerruti (1992) e Ellie Pratto (1991); le viennesi City Galerie e Shore che hanno presentato opere di Zoë Field (1990) e Dan Vogt (1989); le milanesi Le Vite e Zazà che hanno mostrato opere di 6 artisti in uno scambio artistico culturale e generazionale: Isabella Costabile (1991), Marco Conoci (1991) e Morgan O’Hara (1941) da una parte, Alessandro di Pietro (1986), Paul Levack (1992) e Betty Beh (1963) dall’altra; la viennese Felix Gaudlitz e la statunitense Von Ammon Co. hanno presentato insieme opere di Jenna Bliss (1984) e Nikhil Vetukatil (1990) affiancate a quelle di Alex Bar (1969) e Tony Hope (1989); la berlinese Efremidis, ha proposto opere della tedesca Hannah Sophie Dunkelberge (1987) del texano Tom Holmes ( 1979) e della sud coreana Oh Sufan (1946); la milanese Martina Simeti ha presentato una composizione installativa con opere di Alek O. (1981), Costanza Candeloro (1990), Soshiro Matsubara (1980) e Gaia Vincensini (1992); La svizzera A. Romy ha messo in dialogo la pittura figurativa di Zoe de Soumagnat (1987) con la scultura di Maya Hottarek (1990); la milanese ArtNoble gallery ha proposto insieme le pratiche multi-disciplinari di Giovanni Chimenti (1992) e Giulia Marangoni (1991); la romana Baleno International ha aperto al confronto tra la pittura espressiva di Isadora Vogt (1992) e l’eclettismo del collettivo MRZB – Andrea Parenti (1992), Désirée Nakouzi De Monte (1994), Filippo Tocchi (1991), Pietro Cortona (1990) -; Fanta-MLN di Milano ha messo in dialogo l’artista multidisciplinare Angharad Williams (1986) con le sculture di Lorenza Longhi (1991); la londinese Darren Flook ha presentato la pittura di Marcus Come (1980) in confronto alle sculture di Eloise Hawser (1985); l’italiana UNA di Piacenza ha messo in confronto l’arte in parola di Stefano Calligrafo (1976) e di Josep Maynou (1980), dando vita ad una sorta di storytelling in cui la riflessione sulla propria individualità, di uomo e artista, diviene premessa necessaria per aprire alla dimensione collettiva, con atteggiamento autoironico e sarcastico.

La sezione Emergent di Miart, la cui credibilità si è rivelata continuamente in crescita all’interno di un affermato sistema dell’arte italiano e internazionale, ha dimostrato anche quest’anno la sua attitudine speciale ad affermare e consolidare le giovani generazioni di gallerie e artisti, che a loro volta hanno compreso il valore insostituibile della condivisione, della collaborazione e della partecipazione reciproca per riuscire a superare la cortina dei cliché e dejavu sempre in agguato anche nel variegato mondo dell’arte.

A cura di

Giuseppe Joh Capozzolo, comunicatore d’arte

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