Daniele Oldani: ironia e Arte vanno a braccetto…

Daniele Oldani
Daniele Oldani

Il connubio provocatorio tra critica sociale e revival storico caratterizza da sempre il lavoro artistico di Daniele Oldani.

Ironico, dissacrante, diretto a tratti fastidioso ripropone nelle sue opere icone indiscusse popolari e personaggi della strada…

Conosciamolo meglio lasciando che sia lui a raccontarsi rispondendo alle nostre domande.

Il tuo primo contatto con l’arte?

Difficile da dire, per fortuna viviamo in un paese dove l’arte è ovunque. In Italia puoi scorgere arte in ogni angolo, dall’architettura, ai dipinti sacri sui muri nei piccoli paesi di provincia, alla moda, per fare degli esempi.

Quindi, probabilmente, il primo incontro con l’arte e’ stato al mio battesimo.

Le chiese sono tra i musei d’arte che preferisco.

Quando hai capito che l’arte sarebbe diventata da passione a professione?

Ho sempre sperato che accadesse. Sinceramente… quando ho visto arrivare per la prima volta, dei soldi in cambio del mio lavoro

La tua prima opera?

Ho sempre disegnato, da che ho ricordo, la prima volta che un disegno ha cambiato supporto, intorno agli otto anni. Riprodussi su legno, con il pirografo e poi colorato con chine, la donna col ventaglio di Amedeo Modigliani.

Non so se si possa ritenere un’opera. Oppure il primo graffito a quattordici anni, bo, scegliete voi.

Per fare arte , bisogna averla studiata?

Non necessariamente. A volte è sufficiente che qualcuno etichetti il tuo lavoro come tale. C’è in giro tanta merda chiamata arte. Compreso la mia.

Come scegli cosa ritrarre ?

Succede e basta. Il più delle volte lo vedi, e’ li nella mente.

Altre volte nascono dalla necessità di esprimere un concetto e di conseguenza scelgo un soggetto che mi aiuti a farlo.

Altre ancora , semplicemente scelgo di omaggiare quello che è il Mio background, i miei miti, cinema, musica, pittori del passato e molta arte sacra, per dissacrarla. Prendo spunti dall’attualità, da tutto.

Non sempre ho ben chiaro in mente quel che andrò a fare. Può capitare che sappia già quello che sarà il risultato finale, come invece, finisca per aggiungere, togliere, cambiare, stravolgere, in corso d’opera.

Un aneddoto che ricordi con il sorriso ?

Una volta in fiera dell’arte, un cagnolino ha fatto la cacca davanti un’opera. Il fatto curioso è che anche io pensavo facesse cagare quell’opera.

L’ho trovato divertente.

Se potessi incontrare un artista del passato , chi e cosa chiederesti?

Mi troverei in difficoltà nello scegliere tra Modigliani e Ligabue.

Ma, probabilmente Ligabue.

Gli chiederei di smettere di gridare, perché adesso lo sentono tutti. Sperando di alleviare la sua sofferenza.

Ovviamente prima dovrebbe credere al fatto che vengo da futuro.

Se incontrassi te stesso a 18 anni cosa ti consiglieresti ?
Di rimboccarsi le maniche. Perché sarà più dura di quanto pensi.

Quanto conta la comunicazione ?

Probabilmente quanto il lavoro stesso, anzi, forse ancora di più. Soprattutto nel mondo contemporaneo.

Puoi essere anche il più bravo, ma se non lo comunichi correttamente non succede nulla. Allo stesso tempo capita che in un progetto, l’unica cosa buona sia la comunicazione e va bene comunque. Io lavoro per comunicare.

Che differenza c’è, nella percezione dell’arte tra Italia e estero?

Tutti invidiano il nostro patrimonio culturale, artistico. Il grande MADE IN ITALY.

Ma poi, per avere dei riconoscimenti a casa tua, ti tocca prima essere considerato all’estero. Il
Mercato estero non lo conosco molto, ma mi auguro di scoprirlo quanto prima.

Cos’è per te l’arte?

Per me l’arte è mestiere. Intenzione e comunicazione. Questo per quanto riguarda il mio approccio.

Se poi la domanda è più filosofica, cos’è l’arte per me, non ho la risposta.

Non sono abbastanza preparato.

Cosa ti aspetti da un curatore ?

Mi aspetto che comprenda l’intenzione che ho, comprendo di avere un approccio non adatto a tutte le pareti.

Molti temi complicati, blasfemi, politicamente scorretti se vuoi.

Dunque , ho bisogno di essere rappresentato da una persona che creda in quello che faccio e che non abbia paura di esporsi .

Mi ritengo fortunato in questo


Cosa chiedi ad un Gallerista ?

Di trattare il mio lavoro con lo stesso rispetto che riserva per il suo. Di individuare la strada giusta per me e se riesce, anche di rendermi immortale.

Quanto contano per te la luce e il colore?

Il colore è sempre stato molto importante, nella vita in generale. Mi sono sempre circondato di colori, amo i colori.

Ovviamente nel disegno e la pittura hanno sempre giocato un ruolo fondamentale, trattare temi a volte complicati, con colori vivi , mi da la sensazione di rendere tutto ancora più incisivo, creando contrasto tra la giocosità dei colori e il dramma in questione.
Mi piace molto anche il bianco e nero.

La luce? Importante per vedere cosa stai facendo.

Grazie Daniele per il tempo a noi dedicato.

Total
0
Shares
Previous Post
Benito Macerata

Benito Macerata: il rapporto con la tela diventa istinto…

Next Post
Lorenzo Marini

Lorenzo Marini tra gli artisti scelti per la mostra ‘Da Burri a Cattelan 1970-2025.

Related Posts