Intervista a Tiziana Lorenzelli a cura di Giulia Filiè.

Tiziana Lorenzelli
Tiziana Lorenzelli

Tiziana Lorenzelli, architetto, da sempre appassionata d’arte.

Una passione nata fin da bambina, complice anche gli interessi familiari.

Cresciuta in una città dedita alla metallurgia, si occupa di recuperare i rimasugli metallici e comincia a realizzare oggetti artistici.

A quattordici anni vende il suo primo quadro.

Negli Anni 0ttanta dà vita agli Alberi Elettrologici ispirati alla natura ed espone negli Stati Uniti dove ha vissuto per un periodo.

La svolta arriva nel 2009 quando progetta un vaso che vuole versatile e comincia a sperimentare l’alluminio in fogli sottili individuando alcune caratteristiche ideali per i propri progetti.

Il tuo primo contatto con l’arte?

Sono nata in una famiglia appassionata d’arte, mio padre pur essendo medico aveva frequentato l’Accademia Carrara di Bergamo e quindi sin da bambina ho visitato mostre d’arte e antiquarie e letto libri, soprattutto quelli di arte antica che in casa abbondavano, per poi avvicinarmi all’arte moderna e contemporanea. 

La tua prima opera?

I miei ricordi sono sempre con la matita in mano, adoro i colori e dipingere è sempre stata una grande passione, ricordo con simpatia la vendita del primo quadro a quattordici anni alla proprietaria di un negozio.

Per fare arte , bisogna averla studiata?

Ci sono paesi come la Cina dove per diventare artista devi sottoporti a selezioni durissime per frequentare l’Accademia, che é obbligatoria, e studiare arte classica ed europea oltre a tecniche dal vero.

Mi stupisce come uno studio così strutturato e metodico possa produrre artisti con approcci così diversamente creativi e così espressivi.

Da noi la professione dell’artista é più libera pur avendo ottime Accademie, ma credo che in tutti gli ambiti e soprattutto in questo, la cultura sia fondamentale ed indispensabile.

Avere una visione d’insieme ti stimola la creatività e ti  impedisce di riproporre cose già fatte. La laurea in  Architettura al Politecnico di Milano mi ha aiutato moltissimo in questo senso e ancor di più i grandi maestri avuti nella vita: Zanuso, Castiglioni, Tomàs Maldonado, Nathan Shapira, Savin Couelle, architetti per cui l’arte non aveva confini.

L’arte é un irraggiamento di energia e per poter trasmettere qualcosa la conoscenza é importante, oltre a una certa interiorità.

Un aneddoto che ricordi con il sorriso ?

Quando alle mostre capita che strumenti di manutenzione mal riposti vengano scambiati per opere d’arte

Se potessi incontrare un artista del passato , chi e cosa gli chiederesti?

Credo che i grandi artisti del passato ci abbiano lasciato tutta la parte migliore di se stessi tramandandoci  i loro capolavori, mi basta nutrirmi di quelli.

Quanto conta la comunicazione ?

La comunicazione é sicuramente importante in tutti i campi, oggi più che mai.

La quantità di informazioni a cui hai accesso é inesauribile quindi é fondamentale il lavoro di coordinazione che si fa a monte e che restituisce una sintesi confezionata ad hoc per l’utente.In arte sebbene la soggettività sia una componente difficilmente condizionabile, una sensibile comunicazione può influire nella comprensione e nell’avvicinare chi osserva a una determinata opera.

A volte é addirittura il titolo che ti fa scattare l’interesse. 


Cos’è per te l’arte?

In senso astratto la parola dal latino arcaico ars è legata al bello, al fatto bene; in risposta all’ambito di questa intervista intendiamo l’arte come qualcosa in grado di sollecitare un’emozione, che non deve necessariamente essere legata all’esteticamente bello o piacevole.

La recente chiusura dei musei, di fiere e mostre mi ha fatto capire quanto l’arte faccia parte della mia vita e quanto mi siano mancate le emozioni che suscita.

Come artista ritengo l’arte un’espressione di se stessi, qualcosa che ti esce dal profondo ed é incontenibile, un flusso di energia che si trasmette all’osservatore.

Cosa ti aspetti da un curatore e gallerista?

Il passato ci insegna che vicino ad ogni grande artista c’è sempre stata la figura di un mecenate, gallerista o curatore illuminato che ha contribuito a far emergere e divulgarne le opere e il talento. Senza la forza di questi personaggi rassicuranti forse molti creativi si sarebbero persi.

Credo che il potere di questo sodalizio valga anche ai giorni nostri, soprattutto in un momento in cui l’arte è diventata un bene rifugio, con una valenza economica governata da vere e proprie leggi di mercato.

Il gallerista serio ed affidabile, il critico d’arte, il curatore di mostre, il direttore museale sono figure determinanti e imprescindibili nel percorso di crescita di un artista, così come la stima, l’attrazione e la fiducia che li fa propendere per un autore piuttosto che per un altro.


Quanto contano per te la luce e il colore?

La luce é in grado di scolpire un oggetto modifica i colori, mostra e nasconde, conferisce benessere e influisce sugli stati d’animo. 

E’ una componente fondamentale per le mie sculture in Aluflexia perchè ne esalta le caratteristiche.

Soprattutto quella solare trasforma i volumi e le percezioni, rende le superfici caleidoscopiche e instaura un cinetismo che muta durante la giornata rendendo ogni visione unica e istantanea.

Grazie per il tempo che ci hai dedicato

Giulia Filiè

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