Virgilio Villoresi è l’ alchimista che rende visibile l’invisibile con le sue sculture cinetiche che si distinguono per la simbologia ricorrente, occhi, mani e volti che appaiono nella sua unica produzione di automi attraverso il suo mondo immaginario d’appartenenza onirica.
Abbiamo deciso di intervistarlo :
Dall’animazione all’installazione, come sei arrivato a concepire le tue sculture cinetiche?
È stato un processo naturale, nel senso che le mie sculture cinetiche sono legate in modo viscerale alle tecniche di animazione che uso nei video. Sono ispirate ai trucchi dei dispositivi ottici pre-cinema ai quali io sono profondamente legato.
Che importanza ha lo studio della percezione visiva, delle luci e dei colori nel tuo lavoro ?
Molto. Lo zoetrope ad esempio si basa sulla persistenza retinica dell’ occhio. Grazie alla luce Xeno Stroboscopica riesco a fissare nello sguardo degli spettatori i 20 frame che compongono il mio zootropio dando l’illusione di una vera e propria fantasmagoria.
Se non fossi stato un artista che strada avresti perseguito ?
Non ne ho idea, so solo che l’inclinazione alla meraviglia è l’unica cosa che so fare nella vita…
Da dove attingi il tuo immaginario ?
Nelle fantasmagorie di Gaspard Robertson di fine ‘700
Dal tuo punto di vista quale rilevanza ha l’arte in questo frangente storico ?
L’arte per me deve stupire, come un bambino di fronte a un gioco di magia
Raccontaci un aneddoto che ricordi con il sorriso
Non mi viene in mente nulla
Che valore ha la comunicazione nel mondo dell’arte?
Per me quello che conta è il valore che riesce ad esprimere L opera. La Comunicazione e tutto ciò che ruota intorno a volte fa perdere la percezione reale del lavoro sia in positivo che in negativo.
Quanto è importante oggi avere un gallerista di riferimento ?
Credo che sia importante avere un gallerista illuminato e onesto… l’importante è che non vincoli la creatività dell’artista e lo lasci libero di creare, in modo sincero.
Cosa ti entusiasma in questo momento della tua vita ?
Complicarmela
Grazie Virgilio per il tempo a noi dedicato
