Spazi evolutivi Daniele Carletti

Daniele Carletti
Daniele Carletti

“SPAZI EVOLUTIVI” : Daniele Carletti trova voce attraverso le riflessioni critiche di Maria Marchese. Il “Rivellino” e le sue pregevoli personali.

La mostra on line de “Il Rivellino” (Ferrara), è stata resa pubblica il 23 Gennaio, con l’effige del comune di Ferrara: un riconoscimento, questo, che rende onore all’efficacia dei progetti della sede.

Marco Nava, da poco presidente della Galleria, che prevede altresì uno spazio riservato all’accademia, si è speso da subito in maniera propositiva, aprendo la porta a collaborazioni esterne, col fine ultimo di portare avanti progetti peculiari e meritevoli.

Questa personale erratica mi vede come critica artistica del noto Maestro Daniele Carletti: dando voce personalmente ad ogni singolo brano dell’esteta, costituisco un impalpabile trait d’union tra la complessa personalità di quest’ultimo e le manifestazioni figurate.

Daniele Carletti ha alle proprie spalle una lunga e feconda carriera artistica: molte sono le prestigiose location, che hanno visto, come protagoniste, le sue personali: nel 1996, venti delle sue tele sono state esposte al Pavarotti International and friends, il Jacob Javits Center , di New York, ha ospitato le sue pregevoli tele, in occasione di Artexpo , Villa Bottini, a Lucca, la Galleria “Préau des arts”, a Nyons, in Francia…

“SPAZI EVOLUTIVI” è il titolo scelto, congiuntamente, con il Maestro, che vuole indicare un florilegio scelto di sette opere, ognuna delle quali custodisce una metamorfosi, nata da una gemmazione intuitiva per approdare, infine, ad uno sbòccio nella sfera della sperimentazione, formale, cromatica e materica nonché nella condizione dissertativa.

Questa evoluzione avviene addentro intimi spazi, che vedono il disvelarsi di scelte “non casualità. Si parte da una tela, “CANTICO PADANO”, importante in termini di dimensioni e altresì perché rappresenta un sorta di battesimo nel mondo dell’ulissismo, inteso nell’accezione donatagli da G. D’Annunzio, nel poema lungo Maya: in questo caso l’artista si accinge, conto di sé, ad affrontare un viaggio nell’infinito mare della conoscenza.

Le tele che scorrono, via via, accompagnate dalle riflessioni critiche sono: ”Cantico Padano” , “Silenzio sospeso” , “La cabina” (Un viaggio interessante) , “Due stati d’animo “ , “Wall Street” , “Donna con scialle di rose” e “La ferita” .

Le argomentazioni trattate sono molteplici e vedono l’arte congiunta a fondamentali contesti quali la psicologia, la filosofia, la letteratura, la psicologia…Il temperamento artistico dell’autore si rivela peculiare e sempre attuale.

Ricordo che questa è la sesta personale, che prende vita dall’iniziativa della Galleria ferrarese e dal “Club amici dell’arte” ; essa è stata preceduta da “Nel vicolo dei ricordi “ , che ha visto le capacità di Gianluca Amaroli narrate dalla curatrice Cinzia Reggiani, “Allegorie del Reale” e “Algoritmi eteroglossi “ , che hanno visto esprimere le personalità artistiche di Erasmo Maietta e Agostino Caligiuri, attraverso la valente critica di Michele Govoni e “La quieta follia” , che mi vede impegnata nel narrare opere e capacità di Marco Nava.

Altre ancora seguiranno: le adesioni sono molte.

Ciò avvalora la tesi che impegno, professionalità e devozione trovano sempre riscontro.

Maria Marchese

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