Luigi Mele a cura di Maria Marchese.

luigi mele
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La ricercatezza sperimentiva di Luigi Mele seduce…

L’artista partenopeo crea, infatti, la iasons peculiari, scegliendo soggetti, attinti da contesti noti, per poi riconnotarli in sintagmi artistici fortemente attuali.

L’autore suddivide lo spazio in diastemi cromatici decisi, accostando, tra loro, assoli tonali netti, e, apparentemente, stridenti: quegli inusuali “baci” regalano, all’occhio, un vivo coinvolgimento nella terra del surreale e dell’eclettico.

La sua mano elargisce una campitura perfetta e un segno degno di nota, che, unitamente a studi e intuizione, si traducono in opere dal sapore “pop”… d’elite.

Luigi Mele pone l’accento, in maniera spontanea, sull’importanza della ricerca e della ricercatezza, che trovano voce, entrambe, nella variegata mutevolezza dei suoi elaborati.

Lasciamo che sia l’artista a raccontarsi attraverso le risposte alle nostre domande:

Il tuo primo contatto con l’arte?

All’età di 13 anni sfogliando una rivista di arte mi imbattei in un’opera di Salvador Dalì

rimanendone affascinato…da quel momento nacque la mia passione per la pittura.

Quando hai capito che l’arte sarebbe diventata da passione a professione?

Avevo 19 anni quando ho venduto la mia prima opera e ho capito che quella per me doveva

diventare una professione.

La tua prima opera?

Diciamo che di prime opere c’e’ ne sono state tante, ma quella più importante essendo la mia vera prima opera una tela con dimensioni 150X200 cm che rappresentava il problema droga…avevo solo 23 anni.

Come scegli cosa ritrarre?

Di solito non scelgo cosa ritrarre a meno che non si tratti di opere su’ commissioni…il tutto parte dalla creatività del momento.

Un aneddoto che ricordi con il sorriso?

Partecipando ad una collettiva d’arte tra centinaia di artisti ero molto teso e sfiduciato..tutto all’improvviso si avvicinò un signore molto elegante vestito di bianco con aria da gentleman, mi diede una pacca sulla spalla, mi fisso negli occhi e mi disse che ero molto bravo e di continuare a dipingere prima per me stesso e poi per gli altri…quello mi fece sorridere rendendomi la giornata felice.

Se potessi incontrare un artista del passato, chi e cosa gli chiederesti?

Ad un artista del passato che vorrei incontrare e senza ombra di dubbio il Caravaggio…cosa gli chiederei questo proprio non lo so…ma di sicuro mi piacerebbe sapere il suo stato d’animo nella creazione delle sue opere!

Quanto conta la comunicazione?

Comunicare e molto importante…penso che un bravo artista deve prima saper comunicare prima di saper dipingere…..un discorso che vale un po’ per tutte le forme artistiche e per tutte le categorie.

Che differenza c’è,nella percezione dell’arte tra Italia e estero?

All’estero almeno in questi ultimi anni c’e’ molto più interesse per l’arte, mentre in Italia

ultimamente l’arte ha un pubblico meno attento.

Cos’è per te l’arte?

Tutto…

vita, piacere, appagamento, soddisfazione e gioia per gli occhi di chi la osserva.

Cosa chiedi ad un gallerista e ad un curatore?

Sia al gallerista che al curatore chiedo solo di essere sinceri sulle mie opere.

Arte:èlite o pop?

Tutte e due.

Quanto di intuitivo e quanto, invece,di progettuale c’è nelle tue opere?

50% di intuitivo e 100% di progettuale.

Se dovessi affacciarti, ora, da un’ immaginaria finestra, sul panorama arte…cosa vedresti?

Disinteresse.

Maria Marchese

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