Firenze-la Galleria IL PONTE dedica una personale a CLAUDIO COSTA visitabile fino al 30 Dicembre 2021

CLAUDIO COSTA
CLAUDIO COSTA

CLAUDIO COSTA e la Antropologia riseppellita

Opere da Documenta 6 – Kassel 1977

La galleria Il Ponte dedica fino al 30 dicembre una personale a Claudio Costa, in collaborazione con l’Archivio Claudio Costa, proponendo un nucleo selezionato di lavori storici che fotografano un momento fondamentale della sua ricerca e della sua carriera.

Il ciclo Antropologia riseppellita, presentato nel 1977 alla sesta edizione di Documenta di Kassel, rappresenta un compimento della ricerca di stampo antropologico che impegnò l’artista nel corso degli anni Settanta e che lo portò a creare il “Museo di antropologia attiva”, a Monteghirfo, frazione del comune di Favale di Malvaro in provincia di Genova.

Applicando l’idea di “work in regress” da lui elaborata, in Antropologia riseppellita Costa “sotterra” i reperti che caratterizzano tipicamente i suoi lavori, proponendoli al pubblico in casse di legno coperte da tracce di fango.

Anziché essere rinvenuto, il reperto viene così “convalidato” dall’azione dell’artista, che gli attribuisce una storia e una valenza simbolica.

Attrezzi agricoli e fotografie relative al mondo contadino diventano una sorta di archivio e allo stesso tempo un monito a futura memoria per il mondo industrializzato e massificato.

Tratto caratteristico di tutte le opere dell’artista, l’equilibrio tra ruvidità espressiva e compiutezza formale è qui ai massimi livelli.

“Gli “oggetti” di Claudio Costa sono gli strumenti, i simulacri e gli emblemi dell’Agricoltura terrestre; strumenti e simboli di un tempo mancato e irrecuperabile; strumenti di morte, di fatica e di simbiosi di uomini e animali, uomini e territorio.

Per salvare il mondo che essi rappresentano si può solo salvarne i simboli, e per salvarli si può solo riaffidarli al grembo terrestre, riseppellirli come un reperto archeologico” (Corrado Maltese, catalogo mostra Antropologia riseppellita, Galleria Nuova 13, Alessandria, marzo 1977).

Come scrive Stefano Castelli, nel suo testo critico, “in Antropologia riseppellita, realtà e rappresentazione vivono fianco a fianco: a utensili e altri tipi di oggetti si affiancano le fotografie.

L’opera d’arte, dal canto suo, si sgancia dai propri cardini abituali, diventando oggetto nella realtà, più che prelievo a campione dalla realtà. La cassa seppellita è un corpo, gli oggetti e le foto che convivono nella cassa sono a loro volta parti di un corpo costituito da rapporti sociali effettivamente vissuti, pur se all’insegna dell’esclusione o della decrepitudine.

Le casse suggellate dal fango e il loro contenuto sono in fondo kit di sopravvivenza per evadere dalla teleologia predeterminata del progresso a senso unico. “

Chi è Claudio Costa. Nasce a Tirana il 22 giugno 1942 da genitori italiani. Trascorre la sua infanzia a Monleone di Cicagna, in Liguria, e nel 1950 frequenta il Liceo Scientifico a Chiavari. Nel 1961 si iscrive alla facoltà di Architettura del Politecnico di Milano.

Seguendo la sua grande passione per il disegno e per la pittura, inizia a frequentare la Galleria Del Grattacielo di Enzo Pagani nella cui sede di Legnano presenta le sue prime opere.

Nel 1962 vince con due disegni il premio “Diomira” e nel 1963 riceve il secondo premio al “San Fedele” di Milano.

Nel 1964 vince una borsa di studio per l’incisione indetta dal governo francese. Si trasferisce a Parigi dove lavora presso l’Atelier 17 di S.W. Hayter in rue Daguerre a Montparnasse dove conosce Marcel Duchamp.

Nel 1968 tra l’altro partecipa al maggio francese e realizza il libro Mai ’68 Affiches – edizioni Tchou- insieme a Alechinsky, Jorn, Bona Pieyre de Mandiargues, Cremonini-Gaudibert, Matta, Dufour-Butor, Milhaud, Ségui, Silva-Cortazar. Le opere di questi anni rimandano alla Pop-Art.

Nel 1969 torna poi in Italia e si stabilisce a Rapallo dove, nella sua grande casa-atelier, soggiornano spesso numerosi critici e artisti.

Tiene la sua prima importante mostra personale “la Vela e Altro” alla Galleria Bertesca di Genova, catalogo curato da Tommaso Trini e Germano Beringheli: si apre il circuito internazionale dell’arte contemporanea, dal Concettuale all’Arte Povera a Fluxus.

Dal 1970, il suo interesse è concentrato sulla paleontologia.

Da allora comincia la sua carriera internazionale. La sua vita si conclude precocemente nel 1995 per un aneurisma celebrale.

A cura di Ilaria Guidantoni

Total
0
Shares
Previous Post
Silvia Salvadori

Marylin Monroe: un unico volto, due donne diverse, la pittrice Silvia Salvadori ha ritratto entrambe in una sola tavola…

Next Post
Ad Lunam

Ad Lunam, con oltre 90 opere di Daniele Cabri a cura di: Elisabetta Roncati e Maria Chiara Wang.

Related Posts