#LA PREDA, cortometraggio della performer Monica Marioni.

Monica Marioni
Monica Marioni

Il cammino di Monica Marioni, introspettivo e identitario, senza dubbio la rende una delle più interessanti artiste contemporanee italiane.

Un Artista fuori dagli schemi, che proprio dall’interazione di diverse tecniche espressive come la pittura, la fotografia e arte digitale riesce creare opere e performance uniche.

L’espressività dei volti presente nelle sue opere, è spesso specchio della sua psiche. 

Nelle sue opere è evidente una metamorfosi armonica dell’inconscio in cui le ossessioni si mescolano al sogno, paure e pensieri si rincorrono prendendo vita.

Il suo corpo diventa nella performance art  elemento centrale della sua idea artistica, trasformandosi in una sorta di medium artistico narrante che a volte trasfigura l’emotività e le nevrosi che popolano la mente dell’individuo contemporaneo.

#LaPreda.

Ultimo in termini di tempo è un Esperimento che mostra i bisogni ancestrali di Monica, a volte provocatori e dissacranti a tal punto da creare uno scambio continuo che dall’artista arriva al pubblico e poi le ritorna indietro, mettendo in atto una protesta oggettuale e concettuale.

Non un quadro dunque, ma un’azione esibita servendosi di mezzi di riproduzione meccanica come la fotografia e il video.

Un impegno il suo, che non è passato inosservato ai curatori della 78° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, ambito in cui il cortometraggio #LaPreda ha ricevuto il Riconoscimento Speciale “LOG TO GREEN MOVIE AWARD – VENEZIA 2021” Sabato ’11 Settembre 2021.

Per Monica Le prede siamo noi, i tanti che sono caduti in una relazione tossica, per l’artista il termine relazione va inteso come interazione dell’individuo con la sua sfera personale e affettiva, ma anche lavorativa e ambientale. 

Le ambientazioni evidenziano il rapporto distruttivo e indifferente dell’uomo con l’ambiente circostante nel quale il paesaggio non agisce semplicemente come uno sfondo di un’azione, ma diventa esso stesso testimonianza dell’esito della relazione drammatica uomo-ambiente attuale.

A Monica ho chiesto quale sia la perfomance alla quale si sente maggiormente legata e la sua risposta racconta di una maturità ancora non espressa che ci riserverà molte altre emozioni…

“ Credo di essere particolarmente legata alla mia prossima Performance artistica, non ho particolare legame con le precedenti, sono state molto diverse, molto disparate e mi sono piaciute forse quelle più effimere, quelle dove interpreto brani della musica leggera italiana che sono particolarmente cari, però penso di essere ancora molto piccola come artista performativa, credo che ci sia tanto da crescere, e quando dico piccola non mi riferisco alle opere che creo, anzi ma proprio alla volontà di crescere, ho ancora tantissimo da imparare, moltissima ancora disciplina del sè, del corpo, in rispetto anche dell’io tutto, del sapersi fermare nell’andare troppo oltre, perché alcune volte mi sono fatta male, male perché ho performato per mesi in una direzione emotiva e psicologica non protetta e quindi sono finita in dei posti della mia mente che non ero pronta ad affrontare, quindi penso che la mia Performance migliore sarà quella di domani.”

M.M.

A cura di Giuseppina Irene Groccia

Total
1
Shares
Previous Post
New World Order

Venice Faktory: “New World Order” riflessioni di Artae Misia.

Next Post
Henry Le

Intervista a Henry Le, a cura di Chiara Canali.

Related Posts