Ad Lunam, con oltre 90 opere di Daniele Cabri a cura di: Elisabetta Roncati e Maria Chiara Wang.

Ad Lunam
Ad Lunam

Dalla Terra alla Luna grazie alle opere di Daniele Cabri

Per aspera et astra: il viaggio creativo di Daniele Cabri

Possiamo restituire vita e sacralità ad un oggetto inanimato?

Osservando le creazioni di Daniele Cabri assolutamente sì.

L’artista, classe 1965, ha scelto un’inusuale base per le sue composizioni: pelle conciata di recupero che viene scalfita, lavorata a fuoco, incisa. Il percorso espositivo di cui è protagonista a Bologna presso lo Studio Cenacchi, fino al 20 Novembre, si configura come un vero e proprio cammino iniziatico.

“AD LUNAM”, questo il titolo della mostra, presenta oltre 90 lavori dell’artista partendo dal piano terra, dove si è accolti da immense figure umane, che hanno il compito di accompagnare metaforicamente nella visita.

È curioso notare come queste ritraggano alcuni compaesani di Daniele, nato a Sassuolo, ma residente nella frazione Rocchetta del comune di Guglia, un piccolo paese di poco più di tremila anime sulle prime colline dell’entroterra. L’abitato domina il panorama circostante e, non a caso, è soprannominato “Balcone dell’Emilia” per la posizione sopra elevata che permette di ammirare buona parte della provincia di Modena.

Proprio il contatto con la terra, la natura ed i suoi tempi differenti da quelli dettati dagli impegni di una vita 2.0, hanno permesso a Daniele di sviluppare una poetica davvero particolare. La pelle si fa testimonianza carnale dell’attaccamento alle sue origini e del compito di salvare tradizioni e piccoli riti quotidiani dall’oblio.

Persone, animali domestici e selvatici, oggetti: tutti hanno uguale importanza e soprattutto dignità nel sentito di Daniele. Perpetrare il folklore è un ruolo di cui Daniele Cabri si è auto-investito e che reputa fondamentale.

Memoria e soprattutto infanzia: un periodo della vita dell’uomo al quale l’artista fa più volte riferimento in quanto scevro dai preconcetti che via via si assorbiranno durante il corso dell’esistenza.

Altra componente fondamentale della sua formazione artistica è stato l’incontro con Alejandro Jodorowsky, drammaturgo, regista, compositore e scrittore cileno naturalizzato francese. Jodorowsky è l’ideatore della forma d’arte definita “psicomagia”, pratica attraverso la quale tenta di dare alla creatività un potere di guarigione.

Ed è così che intende il suo lavoro Daniele Cabri, quando ci lascia accompagnare dai “traghettatori” incontrati all’entrata nel piano interrato della galleria d’arte, fino ad arrivare alla Latebra, centrale nella composizione.

È qui che il cammino iniziatico giunge ad una particolare fase di raccoglimento.

I compie così il ricongiungimento con le nostre radici in una sorta di caverna composta da pelli sovrapposte decorate come se fossero graffiti che rimandano all’origine dell’uomo.

Daniele non è soltanto pittore e scultore, ma anche perfomer ed è proprio nella Latebra che avvengono i “riti”, come in occasione dell’inaugurazione dell’esposizione.

Tutto attorno all’elemento centrale vi è il brulicare della vita, le atmosfere del paese composte da elementi visivi ed anche uditivi.

L’artista ha infatti registrato in differenti situazioni i suoni del suo paese che vengono così trasmessi in loop. Anche qui si incontrano ritratti di essere umani, il papà e lo zio dell’artista, animali, oggetti, senza soluzione di continuità. Non a caso il ciclo di opere si intitola “Quando eravamo amabili selvaggi…”.

Dopo essersi ricongiunti con lo spirito vitale da cui tutto nasce è giunto finalmente il momento di arrivare al cielo, rappresentato nel terzo piano dello Studio Cenacchi.

Qui è esposta “La Giostra delle Lune”, una composizione particolare ottenuta dall’artista sperimentando nuovi modi ci creare grazie ad oggetti di uso quotidiano.

Simbolico che le varie “lune”, appese anche al soffitto, traggano origine dalla cottura del pane, alimento base della nostra alimentazione dai profondi legami con le spiritualità di ogni latitudine.

Di nuovo tutti gli esseri viventi si ritrovano assieme, senza distinzioni per un percorso che la curatrice Maria Chiara Wang, ideatrice anche di alcuni nomi delle opere esposte, definisce “[…] ammantato di un sentore esoterico: Daniele Cabri, come uno sciamano, affida alla propria arte un potere taumaturgico e terapeutico […]”.

L’esposizione AD LUNAM così si conclude, ma non l’opera di Daniele Cabri, influenzato in tenera età dalla scoperta di Antonio Ligabue: creazioni di ogni dimensione, finanche libri d’artista saranno presentati al pubblico in occasione di molteplici eventi. Per rimanere aggiornati basterà consultare il sito dello Galleria.

TITOLO: Ad lunam, con oltre 90 opere di Daniele CabriA CURA DI: Elisabetta Roncati e Maria Chiara Wang

DOVE: Studio Cenacchi Arte Contemporanea di Jacopo Cenacchi, Via Santo Stefano63, Bologna

INAUGURAZIONE: venerdì 15 ottobre 2021, ore 18,00. N.B. per accedere, oltre alle vigenti norme di contenimento della pandemia (link), è necessario esibire il Green Pass.

DATE DI APERTURA: 15 ottobre – 20 novembre 2021

ORARI: da martedì a sabato dalle 16,00 alle 19,30 o su appuntamento

COMUNICAZIONE DIGITALE: Elisabetta Roncati, ideatrice del brand di divulgazione dell’arte ArtNomadeMilanMi

Total
0
Shares
Previous Post
CLAUDIO COSTA

Firenze-la Galleria IL PONTE dedica una personale a CLAUDIO COSTA visitabile fino al 30 Dicembre 2021

Next Post
Ὀδυσσεύς /Odisseo

Firenze: La Crumb Gallery presenta Ὀδυσσεύς /Odisseo opere di Roberta Conigliaro 25 novembre 2021 – 8 gennaio 2022.

Related Posts