Vincenzo Colella e la sua poetica artistica.

Vincenzo Colella
Vincenzo Colella

L’approccio di Vincenzo Colella all’arte è come quello di un Bambino che si avvicina ad un Puzzle, ogni tassello ha una sua importanza, se ne manca uno, tutto rischia di cadere, di non esistere… una peculiare vista dell’insieme per poi scendere nei dettagli…

Figure in movimento, immagini distorte di una realtà vera, il suo tratto e la miscelanza dei colori a volte ricordano il tormentato Egon Schiele

Con piacere abbiamo dialogato con l’artista , lasciandolo libero nelle sue risposte…

Il tuo primo contatto con l’arte?

Quando ho realizzato “la bellezza della natura”: il mare calmo o in tempesta, i colori di un tramonto, il vento tra i capelli, un sorriso o uno sguardo dolce.

Quando hai capito che l’arte sarebbe diventata da passione a professione?

Non l’ho ancora capito e forse non lo capirò mai, anche se un effimero sentore l’ho avuto quando nella mia prima mostra, fine anni ’80, ho venduto quasi tutti i quadri.

La tua prima opera?

Quando avevo circa 6 anni  e mio papà, all’epoca presidente di una piccola squadra di calcio di paese, mi ha portato allo stadio in occasione di un’importante partita in cui giocavano i miei due fratelli più grandi di 10 e 11 anni.

Incurante degli spalti pieni di tifosi brulicanti, ho raggiunto il centro campo ed ho ballato danza classica.

Il chiasso si è placato,  il mormorio misto a risatine non hanno fermato la mia danza, il corpicino tremava ma continuavo imperterrito guardando il cielo e le nuvole e tutto intorno a me è sparito.

È stato il mio primo atto performativo coraggioso e trascendentale.

Per fare arte , bisogna averla studiata?

Lo studio è importantissimo e fondamentale oggigiorno, può affinare le varie tecniche, ma l’arte “non si fá” è un esigenza istintiva dell’artista, il bisogno conscio o inconscio di lanciare un messaggio.

Essendo un istintivo mi piace sperimentare.

Cosa unisce i tuoi dipinti e la musica ?

Il trasporto emotivo.

Come scegli cosa ritrarre ?

Quasi sempre è il concetto che voglio esprimere che crea il soggetto.

Altre volte scelgo il soggetto per puro senso estetico e in questo caso capisco in seguito il suo significato (l’inconscio).

Un aneddoto che ricordi con il sorriso ?

Ritorno al mio balletto classico in centro campo perché quando ho sentito l’urlo di mio padre che mi richiamava a sé e ho visto il suo gesto con la mano che mi indicava di raggiungerlo ho realizzato che forse avevo esagerato e mentre uscivo fuori campo ho avuto paura del suo rimprovero, invece ricordo con tenerezza e sorrido perché mi ha accarezzato i capelli dicendomi semplicemente di stare vicino a lui perché i giocatori erano pronti per cominciare la partita.

Se potessi incontrare un artista del passato , chi e cosa gli chiederesti?

-Wow!! Ce ne sarebbero tantissimi con i quali avrei voluto avere uno scambio di opinioni o semplicemente fare l’amore con essi, ma avrei sicuramente chiesto con bramosia ad Egon Schiele di ritrarmi così avrei potuto scoprire come appare la mia anima.

Se incontrassi te stesso a 18 anni cosa ti consiglieresti ?

Non sò se sarei in grado di darmi consigli, spesso a quell’età il fermento ormonale non permette di recepire il pensiero degli adulti, ma sicuramente mi perderei in uno di quegli abbracci che fanno passare tutte le paure.

Quanto conta la comunicazione ?

La comunicazione è tutto, senza comunicazione ogni cosa resterebbe sterilmente racchiusa in noi stessi.

Che differenza c’è, nella percezione dell’arte tra Italia e estero?

La percezione dell’arte è individuale perciò non credo ci siano differenze.

Per molti è solo business, per altri poesia e a tantissimi purtroppo dice poco o niente.

Cos’è per te l’arte?

L’arte è bellezza, impegno sociale, comunicazione, denuncia, emozione ma la vera arte per quanto mi riguarda è nella gentilezza, nel rispetto altrui, nella tenerezza di un gesto come una carezza, un bacio, un sorriso e tutti i meravigliosi spettacoli che madre natura dona.

Grazie Vincenzo, davvero un interessante chiacchierata

Alessio Musella

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