Stefano Pierotti, scultore!

stefano pierotti
stefano pierotti

Stefano Pierotti, nel 1992 espone, con la sua prima personale, presso la Galleria d’arte “Il Saggiatore” di Via Margutta, a Roma, cui fanno seguito quelle presso la Galleria d’Arte Bergman 2” di Torino e quella di Firenze nella sede di Palazzo degli Affari.

Il suo è un dono naturale, plasma, crea, realizza, è ancora uno scultore, vero, uno di quelli che si sporca le mani…

Per questo abbiamo deciso di conoscerlo meglio.

Il tuo primo contatto con l’arte?

Oddio, che domanda difficile.

Non saprei bene cosa definire per ‘primo contatto con l’arte’

È così complicato oggi definire il concetto di arte, di ritenersi un artista che non saprei bene cosa rispondere.

Diciamo che già da piccolo mi piaceva disegnare o manipolare il das.

A scuola prediligevo le materie artistiche.

Mi ricordo che il professore di educazione artistica alle medie consigliò i miei genitori che frequentassi un liceo artistico.

Ma io nonostante tutto scelsi poi altre strade.

Quel mondo già da ragazzino un po’ mi spaventava.

Infatti feci altre scelte, quella tecnica in particolare e mi diplomai come perito aeronautico.

Poi però probabilmente la mia indole e la passione mi fecero riavvicinare “all’ arte” intorno ai 23 anni, quando ripresi in mano la creta ed iniziai a modellare piccole sculture e alcuni ritratti.

Quando hai capito che l’arte sarebbe diventata da passione a professione?

Quando realizzai la statua dedicata ad Ayrton Senna, il pilota di formula 1 che morì all’autodromo di Imola in quel drammatico incidente .

La scultura venne acquistata dal Comune e dall”autodromo e la notizia fece grande eci.

Ebbi la fortuna poi di lavorare con una importante galleria d’arte, la Vittorio Poleschi che mi permise di entrare nel vero mondo dell’arte e fece in modo che l’arte diventasse il mio mestiere.

La tua prima opera?

Le mie prime opere risalgono agli anni 87, ma si trattava ancora di una sorta di esperimento.

La mia prima opera vera come detto sopra fu quella dedicata a Senna

Per fare arte , bisogna averla studiata?

Non so. Nel mio caso no. Io sono autodidatta.

Come detto ho fatto degli studi tecnici, ma che poi mi sono serviti anche nel mio mestiere, perché comunque per fare una scultura c’è sempre bisogno di avere conoscenze sulla struttura, sulla materia, la staticità o stabilità di quello che si intende realizzare.

Come scegli cosa ritrarre ?

Non è una vera e propria scelta.

È una necessità dettata da un emozione.

La definirei un’urgenza!

Un aneddoto che ricordi con il sorriso ?

Avendo una certa indole drammatica nell’approccio alla rappresentazione artistica, faccio fatica a ricordare.

Sicuramente ce n’è stato uno su tutti: quando realizzai il “cartello stradale” di pericolo sul naufragio della Costa Concordia avvenuto per opera del comandante Schettino all’Isola del Giglio . Cartello che posi a Livorno sulla riva del mare.

Esso rappresentava in maniera schematica, una nave che andava verso gli scogli e sotto riportava la scritta di pericolo “SCH(OGLI)ETTINO!”

Un altro episodio che mi fa sorridere è l’ultimo mio intervento ( o blitz come li ho sempre definiti) a Lucca con la recisione delle foglie dalla mia scultura in corten e la scritta

“OGGI È DOMENICA, DOMANI SI MUORE”

Se incontrassi te stesso a 18 anni cosa ti diresti?

“Ma tu perché hai scelto di vivere questa agonia?!”Se incontrassi te stesso a 18 anni cosa ti consiglieresti ?”Ma sei veramente sicuro di volerlo fare? Perché non lasci perdere e ti dai ad una cosa più semplice e ‘normale’?”

Quanto conta la comunicazione ?

Ritengo che la comunicazione, se si voglia avere un certo “successo” sia fondamentale!

Ma questo non solo nel mondo dell’arte.

È così in tutti i settori.

O uno sceglie di essere artista e si disinteressa di tutto il resto, o altrimenti sceglie di “fare l’artista” (perché tra essere e farlo c’è una grande differenza) e allora decide che l’unica strada per “emergere” è la comunicazione.

Poi le due cose, essere artisti o fare gli artisti, possono anche coincidere ed allora bisogna anche avere la fortuna, se non hai dei mezzi economici alle spalle che ti consentano di cimentarti in questo mestiere, di trovare qualcuno che si occupi di te, di farti conoscere, perché chi crea, difficilmente ha anche la capacità di divulgare il proprio operato.

Che differenza c’è, nella percezione dell’arte tra Italia e estero?

Questa è una cosa a cui non so rispondere, perché nonostante abbia fatto opere pubbliche che possono avere interessato anche l’ estero, non ho mai avuto concretamente esperienze che mi facciano asserire che all’estero si abbia una percezione diversa rispetto alla nostra

Cos’è per te l’arte?

Un emozione, un esigenza di vita

Cosa ti aspetti da un curatore ?

Che curi il tuo operato, che lo divulghi in modo che ti permetta di campare del tuo mestiere, della tua arte.

Cosa chiedi ad un Gallerista ?

Che ti consideri per quello che sei, per quello che vali artisticamente e non per quello che le tue opere potrebbero valere sul mercato

Quanto contano per te i materiali e quali preferisci utilizzare ?

La scelta dei materiali è fondamentale.

Essa deriva, almeno per me, da uno stato d’animo, da una ricerca creativa.

Ti approcci ad un tipo di materiale in base a che cosa senti e a come ti senti in quel momento.

Poi c’è anche il bisogno di sperimentare materiali nuovi per capire quali di questi ti siano più aderenti.

Io ultimamente preferisco usare materiali poveri, come ferro, o legno, resina.

Però devo ammettere che anche il marmo ha il suo innato trasporto . Il bronzo è eterno….

Grazie Stefano per il tuo tempo e la piacevole chiacchierata.

Alessio Musella

Total
0
Shares
Previous Post
mario schifano

Pop Art Italiana: La Coca Cola di Mario Schifano.

Next Post
Aldo Damioli

Lo Spazio Kryptos in Porta Venezia a Milano è lieto di ospitare la personale di Aldo Damioli, Night & Day, a cura di Vera Agosti, dal 3 al 18 marzo 2022.

Related Posts