Roberto Ghezzi, natura e interazione artistica.

Roberto Ghezzi
Roberto Ghezzi

Roberto Ghezzi inizia a dipingere molto precocemente, frequentando lo studio di scultura e pittura di famiglia.

La sua curiosità artistica lo porta a sperimentare diverse tecniche , ma la natura sembra essere il Leitmotiv della sua arte…

Lasciamo che sia lui a raccontarsi rispondendo alle nostre domande:

Il tuo primo contatto con l’arte?

Nello studio di mio nonno, era uno scultore del legno.

Avevo 4 anni.

Mi innamorai subito del profumo delle colle, del suono della carta vetrata, delle pile di progetti scarabocchiati sui fogli di giornale. 

Quando hai capito che l’arte sarebbe diventata da passione a professione?

Credo che sia  sempre stata sia passione che professione.

Ma certo non per bramosia di ricchezza.

Diciamo che è stata l’unica “via” per poterla “fare” il più possibile  senza doverla relegare ai momenti liberi.

Ricordo che vendevo acquerelli alle maestre, quindi a dire il vero non so scindere temporalmente le due cose. 

La tua prima opera?

Non so, ho disegnato ancor prima di camminare, come capita a molti.

Ho la mia prima ad olio, forse avevo 10-11 anni, è ancora nel mio studio come la n.1 di Paperone. 

Per fare arte , bisogna averla studiata?

Non saprei, a dire il vero non so neppure con certezza cosa sia “fare arte”, diciamo che lo studio ti aiuta molto ma può talvolta essere anche un limite, dipende molto da te, dalla tua spinta interiore, dalla tua indipendenza creativa.

Studiare arte è comunque una tentazione alla quale nessuno che ama questa vita dovrebbe o potrebbe sottrarsi..

Come scegli cosa ritrarre ?

Non ritraggo più.

E’ il luogo che spesso si autoritrae, quindi dovremmo chiederlo a lui.

Se potessi incontrare un artista del passato , chi e cosa gli chiederesti?

Vorrei incontrare Alberto Burri, aveva lo studio non lontano da dove abito adesso.

Non gli chiederei nulla, mi basterebbe osservarlo lavorare.

Se incontrassi te stesso a 18 anni cosa ti consiglieresti ?

Viaggia subito, ovunque, senza indugio. Ci sarà poi tempo per fermarsi.

Quanto conta la comunicazione ?

L’Arte è una forma di comunicazione, tra l’altro.

Che a sua volta necessita di ulteriore, differente, comunicazione.

Credo basti per capire quanto conta, per me.

Che differenza c’è, nella percezione dell’arte tra Italia e estero?

Conosco a mala pena la percezione dell’arte in Italia, non saprei proprio dire ciò che avviene all’estero senza ripetere ciò che già sappiamo.

Quando vado all’estero scelgo luoghi con troppe poche persone per raccogliere pareri.

Cos’è per te l’arte?

E’ tutta la mia vita.

Soggettivamente.

Oggettivamente credo possa essere definita tutto ciò che gli esseri umani di un determinato ambiente e/o epoca definiscono come tale.

Cosa ti aspetti da un curatore ?

Cura.

Nel più semplice e cristallino significato del verbo. 

Cosa chiedi ad un Gallerista ?

Cura, rispetto, onestà, puntualità, ecc… troppe cose, meglio fermarmi qui altrimenti rischierei di perdere i miei datori di lavoro. 🙂

Quanto contano per te la luce e il colore?

Non dipingendo più nel senso etimologico del termine, dovremmo anche in questo caso rivolgere la domanda  agli ambienti con i quali interagisco e attraverso i quali creo le mie opere.

Diciamo che in natura sono fondamentali per le funzioni vitali degli ecosistemi, quindi sì, posso dire che contano molto.

Grazie Roberto per il tempo a noi dedicato

Alessio Musella

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