
Marzia Ratti, artista che annovera nella sua carriera numerose personali.
Ha un rapporto speciale con la luce e un messaggio importante da comunicare attraverso le sue opere.
Lasciamo a lei il compito di raccontarsi attraverso le sue risposte alle nostre domande :
Il tuo primo contatto con l’arte?
Credo che l’arte direttamente o indirettamente sia sempre stata nelle mie corde..
Fin da piccolissima, dato il mio carattere introverso passavo tutto il mio tempo tra fogli e colori ,
Ho avuto la fortuna di avere un nonno fantastico che mi ha insegnato a canalizzare tempo ed energia nella creatività , costruendo oggetti , dipingendo ,mentre ascoltavo da lui Odissea ed Eneide insieme ai racconti di della sua vita .
A casa sentivo spesso parlare di questo zio che aveva una galleria d’arte … che da bimba non sapevo nemmeno cosa fosse , ma mi ritrovavo spesso a frugare tra scatoloni zeppi di cataloghi di artisti ,che mio padre portava a casa …ed era meraviglioso sfogliarli ed entrare in un mondo strano di colori e di forme .
Quando hai capito che l’arte sarebbe diventata da passione a professione?
Difficile dirlo, passione lo è sempre stata e lo è tutt’ ora ,e questo penso sia la sua dimensione …perché senza passione o spinta emotiva , l’arte non ha senso di esistere ,
Professione …diciamo una definizione difficile …
Nel mio trascorso ho avuto la fortuna di poter coniugare la mia creatività con il mio lavoro di decorazione , restauro,istallazioni e scenografie , ma ho tenuto ben distinti il lavoro dalla mia arte … un gioco di parole complicato , per dire che fare arte vera significa tanto studio , ricerca , sacrificio , determinazione e aspettative …purtroppo tante ..e un carico emotivo a volte eccessivo…
Per questo , tenendo distinti questi 2 ambiti sono riuscita a continuare ed eslodere il mio percorso .
La tua prima opera?

La mia prima vera opera , che posso considerare tale è un’istallazione nata per un progetto di un esame di anatomia artistica in accademia , a Brera .
Un’opera nata dallo studio del cervello e delle connessioni nervose , realizzata con frammenti di vetro di riciclo e fibre ottiche …
‘’EMOZIONE’’ questo il titolo
Per fare arte , bisogna averla studiata?
Credo che per fare arte prima di tutto si debba avere una sensibilità emotiva diversa
Un’occhio che riesca a leggere oltre ciò che appare .
Poi si serve studiare , serve aprire tantissime porte del cervello , serve conoscere l’arte del passato e le sue evoluzioni …e serve mettersi sempre in discussione .

Come scegli cosa ritrarre ?
Credo non sia una scelta , ma più un ‘esigenza o pulsione …la mia ricerca è legata ad una tematica ben precisa , che deriva da una visione dell’uomo legato alla scienza ed alla tecnologia per snaturare la sua essenza stessa …quindi può essere sia un impulso legato a d una nuova scoperta o esperimento scientifico o ad un analisi di comportamenti sociali .
Un aneddoto che ricordi con il sorriso ?

Sorrido sempre quando mi capita in una mostra di vedere le espressioni sgomente delle persone che guardano le mie opere un po’ disgustare …una volta una signora anziana che entrò in galleria la sera lamentandosi perché in vetrina era esposta ‘’NOT FOR SALES ‘’
un’istallazione con 2 bambini con le pistole , che in realtà rappresentano la ribellione dell’essere umano manipolato all’essere umano stesso ,ma per lei era inaccettabile …
Se potessi incontrare un artista del passato , chi e cosa gli chiederesti?
Mi piacerebbe conoscere Mario Merz, il suo lavoro mi ha sempre affascinato moltissimo , dall’inserimento della serie di Fibonacci come elemento delle sue installazioni al modo in cui è stato uno dei primi artisti ad ad assumere la luce fluorescente dei neon come metafora dell’energia .
mario merz
Se incontrassi te stesso a 18 anni cosa ti consiglieresti ?
Probabilmente di credere molto nel suo pensiero , di non stancarsi di farsi domande e seguire sempre ciò che la incurisisce …
Probabilmente anche di essere più un animaletto sociale , per studiare meglio ciò che accade nella società è bene frequentarla , munirsi di qualche maschera ,ed essere una teatrante .
Quanto conta la comunicazione ?
Moltissimo , oggi direi che la comunicazione può avere un ruolo determinante .
Puoi fare un lavoro eccelso , ma senza nessuno che lo sappia vendere rimante fine a se stesso .
Cos’è per te l’arte?
Una forma importante di comunicazione , per tornare al concetto di prima .
Un mezzo per raccontare , qualcosa …
Cosa ti aspetti da un curatore ?
Innanzitutto che capisca il messaggio fondamentale che esprime la mia arte , che riesca a spiegare la chiave di lettura con cui approcciarvisi e trovare il modo di far arrivare il mio messaggio
Cosa chiedi ad un Gallerista ?
Ad un gallerista mi piacerebbe chiedere complicità , rispetto e sensibilità , dal momento che ciò che noi artisti realizziamo non è un semplice prodotto da piazzare sul mercato , non è merce o oggetto di design …il lavoro di un artista è una parte dell’artista stesso .
Quanto contano per te la luce e il colore?
Direi che la luce è l’ elemento che mi caratterizza fin dalle mie prime opere , rappresenta l’impulso l’energia e da enfasi a qualsiasi forma e colore .
Grazie Marzia per la piacevole chiacchierata
Intervista in collaborazione con Fondazione Mazzoleni e Arteonline20