Mariella Rinaldi colori e forme che rivoluzionano e tornano a raccontare.

Mariella Rinaldi
Mariella Rinaldi

Mariella reinterpreta dando nuova vita ai classici e non solo, non temendo di essere fuori luogo, perchè la sua arte funge da traghettatrice, portano il passato nel contemporaneo raccontandolo tra forme e colori..

Ogni suo dipinto sembra aver lasciato uno sguardo nel passato, quasi a rassicurare i protagonisti presi inaspettatamente per mano per accompagnarli nel presente..

Siamo curiosi di conoscerla meglio e lasciamo volentieri a lei il piacere di raccontarsi,

Il tuo primo contatto con l’arte?

A 4 anni ricevetti in regalo un libro con immagini e lettere da colorare: la passione e l’attrazione verso il colore nacque lì.

Da bambina, fin dai tempi dell’asilo, mentre i miei compagni facevano il riposino pomeridiano, io mi divertivo in compagnia della carta e dei colori.

Sono sempre stata molto creativa e quel bisogno di tracciare segni, di sfinire i pennelli sui fogli mi proteggeva in un modo magico, solo mio e mi rendeva felice.

Le mie prime ‘opere’, sono stati dei paesaggi naif, dipinti su tela a tempere,  in tenera età.

Quando hai capito che l’arte sarebbe diventata da passione a professione?

Da sempre avverto una particolare attrazione per l’arte in genere ed in particolare per la pittura.

È sempre stata con me, la passione per l’arte.

Penso sia proprio nata quando io sono nata.

Sin da bambina sono stata attratta dalle forme, dai colori, dalle immagini di ogni tipo passando molto tempo a osservare, come per prendere, anche forse inconsciamente, appunti.

Crescendo, ho capito che l’arte avrebbe avuto un ruolo importante nella mia vita.

La mia prima insegnante di educazione artistica è stata un punto di riferimento nel mio iniziale approccio all’ arte e , anche se scelsi poi un percorso di studio distante dall’arte e dalla pittura, porto con me il bagaglio formativo dei miei primi anni di studi artistici.

Non ho frequentato accademie anche se ho seguito corsi di pittura .  

Oggi per me l’arte è vita, è amore. E’ una parte di me senza la quale non potrei esser completa come persona.

La tua prima opera?

Quando compii dieci anni  mi regalarono un cavalletto, una tela e dei tubetti di colori.

Dipinsi un paesaggio su una piccola tela, lo feci incorniciare e lo conservo tutt’ora. Il primo approccio alla pittura è stato come premonitore dell’attrazione viscerale verso gesto il pittorico, per me essenziale e necessario.  

Sono un’ artista autodidatta, mi sono sempre dedicata all’arte dipingendo e sperimentando varie tecniche pittoriche.

Sono sempre stata alla costante ricerca di nuove idee variando, sperimentando e infine perfezionando la tecnica Pop.

Per fare arte , bisogna averla studiata?

Imparare a dipingere bene, non è semplice, nemmeno per chi ha a disposizione dei buoni insegnanti.

Entrare nel mondo dell’arte e della pittura da soli è ancora più difficoltoso, ma non è impossibile, anche se, secondo me, non si può assolutamente pensare di diventare dei buoni pittori senza studiare, seppur da soli: è necessario osservare i lavori degli altri, studiare la storia dell’arte, impegnarsi per padroneggiare il linguaggio visivo, e non mettere mai a tacere la propria curiosità.

Come scegli cosa ritrarre ?

Nei miei più recenti dipinti mi ispiro a celebri quadri e a personaggi famosi, e li raffiguro con il mio stile, in modo da offrire al pubblico una varietà di opere, ognuna con un personale tocco di unicità e originalità.

Nei miei dipinti si notano sempre:

il Viola: che deriva dalla cooperazione di due colori che hanno significati opposti: da un lato la calma e la meditazione, dall’altro l’energia e l’impulsività; questa particolarità rende il viola ambivalente e misterioso e lo ricollega all’idea di intuitività e magia e suggerisce che “ogni cosa è possibile” e che il futuro è un’incognita meravigliosa; il Verde: il colore della natura, della stabilità, della salute e viene spesso associato all’idea di rinascita; L’Arancione, infine, tonalità che simboleggia energia, azione e pace interiore.

Nelle mie opere non mancheranno: i pois, considerati negli anni ottanta come un simbolo dell’ottimismo, righe bianche e nere, filosoficamente, bianco e nero sono da sempre un’organizzazione simbolica della contraddizione e, proprio perché sono all’opposto, si possono talvolta invertire, e il cuore rosso: simbolo del mio amore per l’arte.

Un aneddoto che ricordi con il sorriso ?

Ogni volta che mia madre parlando a qualcuno di me e dei miei dipinti, afferma con orgoglio e soddisfazione: ”Brava la mia Lela, che all’età di un anno era già un artista…perché disegnava già le casette (non scarabocchi!) sui muri di casa.”  …. Sto sorridendo anche in questo momento…  

Se potessi incontrare un artista del passato , chi e cosa gli chiederesti?

E’ una domanda difficile perché sono molti quelli che ammiro, ma alla fine scelgo Frida: la pregherei di non tornare a prendere quell’ombrellino!

Ma forse, senza quell’episodio, non sarebbe diventata quella donna forte, tenace e combattente; un esempio da seguire insomma.

Ci ha insegnato con estrema consapevolezza che al dolore si sopravvive, sempre, e che a volte è necessario plasmare e trasformare “il male” in qualcosa di meraviglioso.

Amo la sua celebre frase (la sento anche un po’ mia): “ Non far caso a me. Io vengo da un altro pianeta. Io ancora vedo orizzonti, dove tu disegni confini..”

Se incontrassi te stesso a 18 anni cosa ti consiglieresti ?

Innanzitutto le direi di avere cura e stima di sé stessa.  

Che è una bella persona e di non permettere a nessuno di farle del male.

Quanto conta la comunicazione ?

Ho iniziato a dipingere istintivamente, quasi come in un dialogo silenzioso con me stessa. Poi mi sono accorta del forte impatto che i miei lavori avevano sugli altri, e ciò mi ha spinto a continuare, consapevole dell’importanza che la comunicazione ha in ambito artistico.

Poi se si intende quanto conta la comunicazione per diffondere l’arte, per fortuna che esistono Galleristi, i Curatori ed i Critici d’Arte che ti “scovano” e ti agevolano questo percorso.

Che differenza c’è, nella percezione dell’arte tra Italia e estero?

Forse, e aggiungo purtroppo, in Italia non ci sono molte possibilità di emergere: devi avere anche la fortuna di riuscire a cogliere nel segno un Curatore-Gallerista che, colpito dalle tue opere, decide di accompagnarti nel tuo percorso di artista per farti conoscere ed apprezzare dal pubblico .

All’estero, credo sia più semplice.

Cos’è per te l’arte?

Arte: Una delle parole più complesse da “etichettare”.

Non credo di avere una vera e propria definizione.

Probabilmente se mi facessero questa domanda ogni giorno, risponderei sempre in maniera diversa:

Oggi rispondo che l’Arte è un linguaggio che trasmette emozioni e che la pittura è la mia vita.

Cosa ti aspetti da un curatore ?

Che conosca gli artisti esponendo i loro quadri più significativi, creando un’ allestimento d’ impatto visivo ed emotivo.

Che ne faccia una piccola “critica” o introduzione conoscitiva/informativa

Cosa chiedi ad un Gallerista ?

Passione per l’arte.

Promuovere nuovi artisti, fornire uno spazio espositivo importante, indirizzare sui trend attuali, e informare sulle molteplici iniziative.

Quanto contano per te la luce e il colore?

Per me sono entrambi necessari.

La luce è una componente essenziale dell’elaborazione artistica; il linguaggio dell’artista o di intere fasi stilistiche, e l’espressività delle opere sono decisamente caratterizzate dal ruolo della luce.

La luce ha un significato di vita, senza di essa tutto muore, anche un dipinto.

Il colore è un elemento fondamentale della grammatica visiva e costituisce per l’artista uno strumento espressivo fondamentale. Il colore è gioia e vitalità.

Grazie Mariella, davvero una piacevole chiacchierata.

Alessio Musella

Intervista in collaborazione con James Castelli ( Galleria Castelli Arte & Design)

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