L’Artista Tina Bellini raccontata da Alessio Musella.

Tina Bellini
Tina Bellini

Questo testo è stato inserito come curatela finale nel catalogo di Tina Bellini realizzato a Ottobre 2022.

Classe 1978 , frequenta dal 1992 il liceo artistico Misticoni di Pescara, successivamente il Corso Integrativo, corsi di scenografia, e frequenta l’Universita Europea del Design.

Senza mai tralasciare la sua vena creativa artistica che la vede da sempre miscelare arte, tecnologia e design, dopo gli studi ha lavorato per quasi 10 anni presso l’azienda di famiglia legata al design e l’arredo di alto livello. come interior designer

Il 2012 è l’anno della svolta : Tina Bellini realizza una linea di mobili ricoperti in materiale riciclato ( giornali, lattine, cartone, vetro) che vengono apprezzati a livello nazionale e internazionale, prova ne sia che molte riviste di settore italiane e estere ( Russia, Cina, Brasile solo per citare alcuni paesi) le dedicano pagine intere e interviste.

Dopo anni di successi e riconoscimenti ricevuti nel campo del Design, dal Fuorisalone del 2014 a Milano , sempre nel capoluogo lombardo viene invitata alla Triennale del Design a Milano ,alla fabbrica del vapore, il tutto mentre collabora con TID, galleria di arte e design di Milano, espone in diverse collettive e personali in Tutta Italia e in Svizzera

Nel frattempo i suoi studi vanno avanti e comincia a progettare opere tridimensionali in vetro e spostando l’attenzione su una sua passione mai sopita: il simbolismo.

La sua arte prima figurativa man mano sempre piu’ concettuale ha avuto sempre lo stesso denominatore comune, il colore che ritiene fondamentale, i simboli, i materiali e la voglia di mettersi sempre in gioco sperimentando.

Successivamente i suoi studi si sono sempre più focalizzati nella geometria sacra, Tina sostiene che essa e’ alla base organizzativa di tutto ciò che esiste che e’ esistito e che esisterà!

Gli studi inerenti alla simbologia, alle forme, alle linee che si utilizzano anche nella Geometria Sacra, hanno portato l’artista a togliere il superfluo, per arrivare dritti al fulcro.

Nasce una nuova serie di sculture 3D e installazioni in vetro che si trasformano in un vero e proprio viaggio introspettivo che ha portato l’artista ad interrogarsi su cosa siamo e siamo stati.

Se il fruitore osserva da una prospettiva nuova linee e forme che i nostri occhi vedono quotidianamente apparendo banali, assumono, invece, un senso molto più profondo…

Due sculture su tutte raccontano questa nuova visione creativa di Tina Bellini, l’uomo vitruviano 2.0, nel quale riprende simboli e concetti che dietro ad un disegno rinascimentale non potevano apparire evidenti, che invece nel susseguirsi delle lastre di vetro sapientemente incise dall’artista raccontano retroscena interessanti e impensabili.

L’infinito realizzato per i Mondiali di calcio in Qatar racchiude la tecnica del lavoro con il vetro, la luce e i simboli, questo connubio ha dato origine ad una scultura che ricorda, come il suo nome intuitivamente l’infinito, ma che è una miscela che porta a dialogare la tradizione araba i simboli e la storia…

In continua evoluzione creativa L’artista ha scelto di mettersi in gioco utilizzando la tecnologia UV per realizzare un effetto tridimensionale modificando ancora una volta la percezione dell’osservatore dinanzi all’opera, mettendolo in condizione di interagire con il suo libero arbitrio..

Ci sono momenti in cui Tina Bellini sembra esistere in un’epoca non sua, quasi sente la nostalgia per luoghi che forse non esistono e mette in discussione il confine tra la realtà e il sogno rendendolo così sottile da portare i due universi a confondersi.

Tina attraverso le sue opere sembra voler proteggere il mistero di un mondo scomparso davanti ai molti distratti osservatori , un mondo di timori e forze inesplicabili nascoste nel profondo dell’animo umano e invisibili ai sensi, come da sempre la storia dell’arte racconta.

I lavori dell’artista hanno l’obiettivo di penetrare al di là delle apparenze del reale.

Per Tina la realtà autentica non va individuata nell’esistenza oggettiva delle cose ma nelle idee; l’essenza della realtà non sta in ciò che si vede con gli occhi ma in ciò che si percepisce con l’anima.

In questa fase creativa sembra essere evidente la nostalgia di un mondo antico, ormai cancellato dalla ragione che impone una realtà unica imposta

Ogni sua creazione ha svariate interpretazioni da trovare, la sua arte non è statica, ma in continuo movimento nella quale il simbolo diventava un elemento rivelatore, la testimonianza visibile di un’essenza segreta.

Alessio Musella

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