Intervista a Eugenio Franzo.

Eugenio Franzo
Eugenio Franzo

Classe 1959 GRAFICO ,PITTORE E ILLUSTRATORE sperimentatore per DNA .

Conosciamolo meglio lasciando che sia lui a raccontarsi rispondendo alle nostre domande

Il tuo primo contatto con l’arte?

Il mio primo “lavoro” inteso come finito e orgogliosamente incorniciato era appeso nel soggiorno di casa è stata un’immagine, copiata da una cartolina, della Basilica di Massenzio a Roma.  Era un S. Stefano di molti anni fa e avevo 8 anni: a Natale avevo ricevuto la tanto agognata cassetta di legno con 12 colori a olio e relative boccette di diluenti (costata una fortuna in proporzione al salario di mio padre). Per molti giorni, ovviamente, la casa fu immersa di odori sgradevoli come una carrozzeria dell’epoca. 

Quando hai capito che l’arte sarebbe diventata da passione a professione?

Quando a un certo punto della mia vita ho cominciato a non dormire più la notte elaborando, mentalmente, un progetto o un dipinto per il giorno dopo. Per fortuna la stanchezza, nel futuro, ebbe sempre il sopravvento. 

Cosa unisce i tuoi dipinti e la musica ?

La musica, la buona musica che sia classica o moderna, è la colonna portante della mia produzione in considerazione del “brodo culturale” di provenienza degli anni 70. Spesso quando dipingo mi esalto o mi commuovo quando ascolto un brano. Adoro i musicisti. 

Per fare arte , bisogna averla studiata?

Certamente è fondamentale anche se il problema, anche nelle scuole d’Arte e Accademie sono gli insegnanti L’arte ha insita una grammatica da conoscere e studiare. Nella mia, per quanto breve. esperienza di insegnante ho avuto grossi problemi di empatia con i studenti in quanto la maggior parte di essi dopo alcune lezioni desideravano dipingere liberamente con poche nozioni. Prima di tutto si deve conoscere la materia e diventare bravi artigiani. Questo vale anche per gli adulti 

Come scegli cosa ritrarre ?

Forse molti anni fa quando viaggiavo sceglievo il paesaggio o la figura da ritrarre. ora produco in piena libertà espressiva con mix di tecniche.  Mi sento molto libero in tal senso 

Un aneddoto che ricordi con il sorriso ?

Ne avrei molti da raccontare però quello che ricordo con simpatia e che da l’esatta idea di quali difficoltà deve superare un giovane pittore per diventare professionista. Circa all’età di 24 anni fui obbligato alla fatidica cena di presentazione ai genitori della fidanzata di allora che erano molto benestanti e ben convinti sul futuro della loro figlia. Il primo acchito, dopo i convenevoli di rito, fu il padre che mi chiese cosa facessi nella vita ed io timidamente risposi che mi stavo perfezionando e che vivacchiavo con illustrazioni su libri e giornali ecc… Tra una portata e l’altra ‘bofonchiò ’ che adorava l’arte e gli artisti, che ero molto bravo. Superato delicato momento, al caffè mi chiese a muso duro: “Ma che lavoro fai per vivere? …”

Se potessi incontrare un artista del passato , chi e cosa gli chiederesti? 

Sicuramente Matisse la belva e gli chiederei quale forza interiore, nonostante la lunga malattia che lo assediava, lo spingesse a preparare le tele o i progetti per il giorno dopo. 

Se incontrassi te stesso a 18 anni cosa ti consiglieresti ?

Forse non direi nulla perché’ la vita e le esperienze, gli errori vanno vissuti sempre. Forse un po’ più di egocentrismo nella vita gli servirebbe. 

Quanto conta la comunicazione ?

Un tempo la comunicazione era unicamente attraversò la carta stampata o la televisione con un taglio, politicamente di parte ora è tutto. Parlo, ovviamente, della buona comunicazione che apre le menti e la dialettica. 

Che differenza c’è, nella percezione dell’arte tra Italia e estero?

In Italia non è tutta arte e talvolta ci si perde nei rivoli della massima intellettualizzazione del manufatto o la eccessiva esaltazione dell’artista. All’estero soprattutto negli USA e Australia guardano più alla sostanza ed effetto cromatico. 

Cos’è per te l’arte?

L’arte per me, dopo i miei affetti personali, è tutto …Sono nato così e c’è   poco da fare. Anche le mie attività, che mi permettono di vivere, sono condizionate all’Arte. 

Per me l’Arte è una finestra che l’artista apre al fruitore, una fotografia o una anticipazione dei tempi in cui vive o vivrà. È un grande viaggio anche solo percettivo che forse salverà l’uomo. 

Quanto contano per te la luce e il colore?

Per me luce e colore stante la mia estrazione “tonale” sono assolutamente indispensabili per la vibrazione del dipinto qualsiasi sia il linguaggio proposto dall’artista. Conoscendoli a fondo possono essere stravolti o manipolati. 

Cosa ti aspetti da un curatore ?

Da un curatore mi aspetto che scelga i dipinti con più qualità intrinseca in modo da proporre il meglio dell’artista prescelto e la massima cura nell’allestimento di una mostra indipendentemente dagli spazi a disposizione. 

 Cosa chiedi ad un Gallerista ?

Da un gallerista oltre che la grande passione e professionalità mi augurerei che fosse a conoscenza di tutte le tecniche pittoriche e dei materiali usati dall’artista per proporre il meglio possibile.

Spesso il pittore non è in grado di capire le tecniche miste che ha usato ignorando la propria incompatibilità chimica. Infine, mi aspetto tanta onestà e chiarezza sui dettagli nei rapporti di vendita. Io penso che il bel dipinto non venga venduto ma bensì acquistato- 

Grazie Eugenio per la piacevole chiacchierata

Alessio Musella

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