Il tempo di un caffè con Simone Becchio, Founder Tempesta Gallery, Milano.

Simone Becchio
Simone Becchio

Simone Becchio  fonda Tempesta Gallery nel 2020, con la mission di intraprendere un dialogo diretto, aperto e frontale sui rapporti tra esseri umani, la Natura e i vari ecosistemi socio-culturali.

Sceglie  di dialogare con l0interlocutore proponendo  una nuova modalità di confronto e raffronto tra epoche e momenti diversi della storia dell’arte.

Incontriamo un giovane gallerista che in un momento storico in cui molti rimangono ad attendere, apre uno spazio in centro a Milano per dare voce all’arte.

Abbiamo fatto qualche domanda a Simone Becchio , per conoscere i suoi perché, lasciando a lui il compito di raccontarsi:

Primo contatto con l’arte?
Il mio primo contatto con l’arte risale ai tempi dell’accademia di belle arti. Lì, mi avvicinai a realtà torinesi come l’arte povera, Carol Rama e molti altri.

Il 2012 fu invece l’anno in cui acquistai la mia prima opera: un disegno degli anni 60’ di Carol Rama.

Quando hai deciso di occuparti di arte?
Alcuni anni fa, durante l’accademia, ho lavorato come mercante d’arte moderna.

Due anni fa mi si è presentata l’occasione di aprire la mia galleria, motivo per cui ho deciso di focalizzarmi anche sull’arte contemporanea.

Oggi, che sono riuscito a concretizzare il mio progetto, ho finalmente uno spazio dove dare possibilità agli artisti esprimere la propria ricerca.

Come scegli gli artisti da trattare?
Il mio modus operandi per la scelta dell’artista prevede diverse fasi. Innanzitutto studio tutta la produzione artistica dell’artista in questione. In seguito, pongo una serie di domande per capire se possa trattarsi di una collaborazione duratura nel tempo. Ovviamente, scelgo artisti di cui sono il primo grande sostenitore della loro ricerca.

Quanto conta la comunicazione nel mondo dell arte?
Oggi è fondamentale avere un approccio che riesca ad integrare il progetto artistico stesso alla la sua comunicazione.

Le piattaforme digitali permettono di agevolare la veicolazione di una determinata opera, rendendola accessibile, sebbene virtualmente, ad un pubblico più ampio.

Per vendere arte è necessario averla studiata?
Per quanto riguarda l’arte contemporanea spesse volte il fruitore ha necessità di capire motivo per cui è attratto da una determinata opera. Da qui, dunque, deriva uno studio iniziato per curiosità.
Credo invece molto nella formazione classica: lo studio dei grandi maestri è cosa senza dubbio estremamente utile.

L’occhio va formato negli anni, senza saziarsi mai di osservare opere.

Cosa chiedi a un curatore?
TEMPESTA gallery ha una precisa linea artistica che viene dettata chiaramente dai lavori degli artisti.

Credo che il curatore debba essere un giusto interprete, a metà tra l’artista ed il pubblico.

Grazie Simone per la piacevole chiacchierata

Alessio Musella

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