Essere un Poeta, in un era digitale, che sempre più sembra volerci allontanare dai pensieri legati all’anima, suona come sinonimo di Eroe.
La poesia è la più sublime delle arti, per gli antichi, e come tale, come “Arte” deve essere trattata.
Classe 1992, Italoargentino, Antonio Ventura
Ha iniziato a scrivere a otto anni, i suoi primi due versi furono
“guadagnati i giorni e tutti i fiori davanti a te”
Per Lui l’ispirazione è un mistero, ha qualcosa a che fare con il divino che ognuno di noi porta in se, e con il quale, riesce a dialogare solo quando tutto intorno sembra fermarsi e riusciamo a trovare nuovi orizzonti.
Ma buona parte è da ritrovare nell’inevitabile “pasticcio” biografico e mentale che ci appartiene dalla nascita, dalle esperienze vissute, dalla parole non ascoltate ma sentite….
Attraverso le sue poesie , Antonio Ventura parla del declino di una società che ha rimosso il contatto con il divino e i suoi simboli, parla della solitudine dell’artista nella civiltà tecnologica, parla dei misteri della natura e del sacro terrore che lo avvolge, parla di tutte queste cose cercando di darvi un senso, un significato esistenziale valido per lui e per chi ha la sua sensibilità, un termine lontano a molte persone oggi, forse troppe
Preferisce non soffermarsi sul passato e alla nostra domanda quale poeta gli sarebbe piaciuto incontrare Antonio ha risposto riporterei in vita Antonin Artoud, uno dei più grandi poeti del XX secolo.

Poeta del quale proponiamo una breve poesia nella quale troviamo tra i versi sfumature che sfiorano il pensiero di Antonio Ventura
Post Scriptum di Antonin Artoud
Chi sono
da dove vengo?
Io sono Antonin Arnaud
e lo dico
come so dirlo
immediatamente
voi vedrete il mio attuale corpo
volare via in schegge
e raccogliersi
in diecimila aspetti ben noti
un corpo nuovo
in modo che non possiate
mai
dimenticarmi
Le poesie del poeta Italoargentino racchiuse in questa sua raccolta della quale propongo alcuni versi , ancora sta trovando un titolo.
Sono state scritte negli ultimi due anni, ma vi sono anche poesie molto più vecchie, che ha scritto da ventenne o addirittura nell’oblio adolescenziale.
Alla domanda a quali immagini assoceresti i tuoi versi, Antonio Ventura ha risposto ai dipinti del pittore Andrea Zucchi.
I santi metropolitani
hanno una casa nel fiume.
È priva di porte
ed è tutta un segreto
che ascolta.
Le sue pareti sono fatte di folle,
il suo soffitto è la fronda di un albero
che risplende nel sole.
I santi metropolitani vivono nel fiume,
ristorano nel fiume le sue folle.
Mangiano e delirano nella polvere del mattino,
masticano un fiore appassito,
e si divertono come folli
festeggiando il sole.
Antonio Ventura
