I volti trasfigurati che contraddistinguono la sua arte, in fondo raccontano il disagio che ci circonda, e la velocità con il quale il Mondo sembra evolversi, rimanendo, forse, in realtà “statico”.
Artista non facile da raccontare per le sue diverse sfaccettature, ed è per questo che, come siamo soliti fare, per noi è un piacere lasciare a lui la parola…
Il tuo primo contatto con l’arte?

Nel 1976 mi trovavo ad Amsterdam e fuori da un palazzo c’era un capannello di gente.
Decisi di entrare e mi ritrovai alla mostra di Rembrant.
Non mi colpirono i quadri.
Rimasi ammaliato nel vedere la gente che fissava i quadri.
Tutte quelle persone erano bellissime.
Quando hai capito che l’arte sarebbe diventata da passione a professione?
Come spesso accade, per caso.
Vinci qualche concorso, ti invitano alle mostre e ti accorgi che la gente si interessa ai tuoi lavori.
Se però non ci credi non diventerà mai professione e resterà l’hobby della domenica.
La tua prima opera?
Sussidiario di quinta elementare e di terza mano. 10 anni. Penna blu.
Un volto stropicciato.
Forse il più bello fatto finora.
Per fare arte , bisogna averla studiata?
Se devi trapiantare un fegato è bene studiare.
Se il fegato fosse il mio meglio se si studia tantissimo.
L’arte è libertà.
Più studi più ti siedi sugli schemi.
Come scegli cosa ritrarre ?
Non ritraggo quello che vedo, ritraggo le emozioni di chi guardo.
Ritraggo quello che immagino.
Un aneddoto che ricordi con il sorriso ?
Quando una persona mi ha riportato indietro il quadro dicendomi che la moglie gli aveva intimatoun “o io o lui in questa casa”.
Devo ammettere che non era il volto più adatto alla cameretta dei bambini.

Se potessi incontrare un artista del passato, chi e cosa gli chiederesti?
Francis Bacon.
Mi serei seduto insieme a lui e gli avrei versato da bere.
Anche per capire cosa beveva.
Se incontrassi te stesso a 18 anni cosa ti consiglieresti?
Gli avrei detto di scappare a NewYork.
La capitale del “dove tutto può accadere”.
Quanto conta la comunicazione?
Molto, in certi casi è anche più importante dei lavori stessi dell’artista.
Che differenza c’è, nella percezione dell’arte tra Italia e estero?
All’estero appassionati e acquirenti sono nettamente superiori.
Ma anche proprio la stessa curiosità e attenzione all’arte contemporanea è più prepotente.
Forse noi siamo così ricchi di storia e arte che iniziamo a dare l’arte per scontata..
Cos’è per te l’arte?
É un medicinale, un antidepressivo. Il balsamo per l’anima.
Cosa ti aspetti da un curatore ?
Un miracolo

Cosa chiedi ad un Gallerista ?
Credo che se già iniziassero a esporre il listino prezzi in galleria sarebbe un buon punto di partenza.
Quanto contano per te la luce e il colore?
Esattamente come il sale in cucina.
Grazie Giordano per il tempo che ci hai dedicato e per la piacevole chiacchierata.