Ogni volta che intervistiamo un curatore, si spalanca un mondo di perchè, di esperienze, di emozioni sempre diverse , oggi abbiamo volentieri fatto qualche domanda a Domenico de Chirico, curatore ,Classe 1983, vive e lavora a Milano, dal 2011 al 2015 ha tenuto corsi di Cultura Visiva e Ricerca sulle Tendenze presso l’Istituto Europeo di Design (IED) di Milano, collabora con numerose gallerie, artisti e riviste internazionali e nel 2016 è stato nominato direttore artistico della Fiera DAMA, Torino.
Primo incontro con l’arte.
Il mio quotidiano, sin dai tempi in cui frequentavo il ginnasio: fondamentale sorgente di vita e del bell’amore.
Per parlare di arte è necessario averla studiata?
Ho sempre sostenuto una teoria decisamente personale secondo cui il modo migliore di formarsi è legato all’imparzialità ed ho sempre fatto del mio meglio per traslare tale precetto anche nel mio operato di curatore indipendente, seguendo unicamente un criterio, fatto sia di “giustizia” sia di credo estetico, senza favorire né per interesse né per simpatia.
L’arte richiede vocazione, dedizione, generosità, disciplina, curiosità e infinita pazienza. Dubito fortemente che qualcuno possa essere in grado di insegnare tutto ciò. Detto questo, non discuto sull’importanza di dover essere guidati, almeno in una fase iniziale, quella legata alla formazione, per poi imbattersi autonomamente in quella che viene definita “esperienza” in aperto campo. Ciò nonostante, è certamente importante viaggiare e leggere, di tutto e molto. Probabilmente sono un sostenitore dell’empirismo.
Per vendere l’arte è necessario averla studiata?
Immagino di sì poiché è necessario acquisire sia una dialettica adeguata sia una conoscenza ferrea e vasta della stessa per poter portare a termine, in maniera soddisfacente, gli obiettivi relativi a tale mansione.
Come scegli gli artisti di cui parlare?
Guardingo, mi affido al mio istinto.
Che cosa è per te l’arte?
“L’arte per l’arte” perché come affermava Oscar Wilde in “Aforismi di Sebastian Melmoth”: «La Bellezza è l’unica cosa contro cui la forza del tempo sia vana. Le filosofie si disgregano come la sabbia, le credenze si succedono l’una sull’altra, ma ciò che è bello è una gioia per tutte le stagioni, ed un possesso per tutta l’eternità.»

Se potessi andare indietro nel tempo, con quale artista di piacerebbe interagire?
Sicuramente con Joseph Beuys e Louise Bourgeois.
Cosa pensi dell’editoria di settore?
É indispensabile. Tuttavia, a volte, troppo poco presente se scevra da interessi personali e/o economici, a giudicar da quanto accade oggigiorno.
Grazie per la piacevole chiacchierata