Christian Palazzo, l’arte di presentare l’arte…

Christian Palazzo
Christian Palazzo

Esistono ruoli nel sistema arte, con grandi competenze , che preferiscono lavorare e bene nell’ombra , per far emergere gli artisti , gestendo spazi interessanti , che diventano estremamente validi proprio grazie alla loro capacità manageriale e artistica., senza dimenticare mai che la conditio sine qua non è sempre la passione per l’arte.

Conosciamo meglio Christian Palazzo , lasciando a lui il compito di raccontarsi attraverso le risposte alle nostre domande:

Spazio SV inaugurazione babele 2019

Primo contatto con l’arte?

La prima domanda è sempre quella più complessa.

Non ho un ricordo, ma credo che la radice di tutto sia stata la curiosità, una mia caratteristica costante . 

Essendo nato a Venezia, fin da bambino ho avuto la possibilità di confrontarmi con l’arte e col passare degli anni ho iniziato piano piano a comprenderne la grandezza – il fascino di questa manifestazione umana è la continua scoperta e la possibilità di rileggere le opere a livelli di profondità sempre diversi .

Mi rimangono ancora impresse le sensazioni di quando da bambino scrutavo un dipinto, una scultura o la sala del maggior consiglio a Palazzo Ducale: pura emozione irrazionale – emozione data solo da pochissime informazioni teoriche all’epoca ma intensamente stimolate dalla percezione dei sensi.

Che formazione hai avuto?

Il mio percorso di studi è sempre stato indirizzato al ramo artistico, non ho mai avuto dubbi su questo.

Un percorso vissuto con molta naturalezza sia alle superiori, liceo artistico, che successivamente con la specializzazione in grafica prima e in fotografia successivamente. 

Come esperto in fotografia di beni culturali ho poi lavorato sulle opere dei grandi maestri dell’arte antica e contemporanea, fase anche questa che considero fondamentale per la mia formazione.

Quando hai deciso di occuparti di arte ?

Tutto è nato senza un piano definito.

Fino ai trent’anni non  ho mai avuto l’intenzione di impegnarmi nell’organizzazione, piuttosto l’ambizione era quella di essere l’artista che espone.

Poi grazie alla conoscenza e all’amicizia dell’ex direttore del centro s’arte San Vidal, Giorgio Fabbiani, sono stato spronato a credere nella possibilità di assumere un ruolo organizzativo: è stato lui a svelarmi i segreti della gestione di uno spazio espositivo.

La decisione di intraprendere questa strada in parte è stata rinforzata dalla curiosità di esplorare anche questo aspetto del mondo dell’arte, mi è sembrata un’occasione per avere una visione a tutto tondo di questa realtà.

Cos’è per te l’arte ?

È tutto ciò che da’ senso alla vita, la colora, in alcuni periodi con tinte cupe, in altri con colori vivaci.

Come scegli gli artisti da trattare?

Scelgo meticolosamente in base alle tematiche attuali e ai temi che decido di proporre.

Anche in questo contesto amo diversificare, dando spazio ad artisti emergenti accanto a storicizzati: ci tengo molto a riproporre artisti assolutamente talentuosi che per sfortuna, mancanza di contatti o semplice oblio sono stati dimenticati.

Spazio SVs ala sotto – mostra astrazioni

Quanto conta la comunicazione nel mondo dell’arte ?

Oramai è imprescindibile, sia per lo spazio espositivo che per gli stessi artisti: per chi organizza è fondamentale, oltre alla comunicazione a livello cartaceo e di rassegna stampa, conoscere i segreti dei social e di tutto ciò che internet offre a livello di comunicazione virtuale.

Per vendere arte e’ necessario averla studiata?

Dalla mia esperienza e dal confronto con diverse conoscenze nel settore, l’aver studiato non è un presupposto imprescindibile: spesso si rivelano fondamentali altri altri meccanismi, tra cui innanzitutto l’abilità del saper vendere, perchè, per quanto volgare possa essere questo concetto, non possiamo dimenticare che l’arte è essa stessa un prodotto.

Detto ciò, per quello che riguarda me personalmente, non posso prescindere da un contatto sincero col cliente e devo amare e conoscere a fondo l’artista che propongo.

Spazio SV REtrospettivo Cosimo Privato

Cosa chiedi a un curatore?

Innanzitutto, oltre alla stima professionale, deve esserci un rispetto reciproco, una totale affidabilità e una visione interessante sulla concezione della mostra che si decide di strutturare.

Qual e’ il ruolo del Gallerista oggi?

Non solo quello di promuovere l’arte, ma anche quello, sempre più urgente, di sensibilizzare il pubblico, rivolgendosi sia agli amanti dell’arte che alle persone che non hanno gli strumenti tecnici per comprendere appieno il linguaggio.

Non posso nascondere l’Insofferenza che provo verso una visione che ricerca il distacco tra pubblico non competente e artista:  ritengo fondamentale  avvicinare mondi che purtroppo troppo spesso faticano a comunicare, tanto più in questa città, Venezia, dove lo snobismo è un tratto prevaricante.

Spazio SV sala supreriore – Orizzonti trasversali ( il paesaggio cintemporaneo)

Che differenza c’è sulla percezione dell’arte tra Italia e estero?

In Italia il patrimonio storico è talmente immenso in  valore e qualità, da generare due atteggiamenti diffusi controproducenti per l’arte stessa.

Da un lato il fruire d’arte è un privilegio quotidiano dato per scontato, e perciò scarsamente valorizzato, dall’altro nello stile comunicativo contemporaneo permane un retaggio risonante legato al passato che risulta spesso più pesante e polveroso rispetto al format delle grandi istituzioni estere.

Un aneddoto che ricordi con il sorriso?

Mi capita spesso di sorridere davanti allo snobismo di alcuni frequentatori più e meno esperti d’arte, in cui il confine con l’ignoranza, la sensibilità o anche la mancanza di rispetto per lo sviluppo della carriera di un artista a volte sfuma nel comico. 

Se potessi incontrare un grande del passato , chi e perché?

Farei fatica a scegliere, ma sarei intrigato nell’incontrare Giorgione, non solo per esplorare il contesto storico in cui è vissuto, ma soprattutto perchè mi divertirebbe fargli leggere la quantità abnorme di saggistica scritta sulla sua opera e vedere la sua reazione davanti ad una tale profusione di teorie, talune volte davvero singolari.

Grazie Christian ,davvero, per il tempo che ci hai dedicato, sappiamo quanto tu non sia incline ad apparire .

Alessio Muserlla

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